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Valdieri, cittadinanza a Emanuele Filiberto di Savoia: il caso

La città piemontese di Valdieri ha deciso di dare la cittadinanza onoraria a Emanuele Filiberto di Savoia ma la scelta sta causando molte polemiche

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Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

Emanuele Filiberto di Savoia

Valdieri è un piccolo borgo montano del cuneese che si affaccia nella famosa Val di Gesso ed è inserito nel Parco delle Alpi Marittime. Questa cittadina, ma la zona più in generale, ha un forte legame storico con la Resistenza organizzata durante la Seconda Guerra Mondiale. Le sue valli e montagne, infatti, sono state rifugio per i partigiani che hanno combattuto contro il regime fascista e le truppe naziste. Di recente, però, il piccolo comune è diventato argomento di un acceso dibattito dopo dato che il Sindaco ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria del paese a Emanuele Filiberto di Savoia.

Emanuele Filiberto di Savoia riceverà la cittadinanza onoraria di Valdieri

Valdieri è una piccola e tranquilla cittadina della provincia di Cuneo in Piemonte. Nota per lo più per i suoi bellissimi paesaggi, il patrimonio naturale e per essere una destinazione ambita da molti scalatori, Valdieri in questi giorni è al centro di discussioni e polemiche per un altro motivo. L’amministrazione comunale, infatti, avrebbe deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Emanuele Filiberto di Savoia e la cosa avrebbe causato non pochi dissensi. Emanuele Filiberto di Savoia è figlio di Vittorio Emanuele e nipote dell’ultimo re d’Italia, Umberto II. Emanuele Filiberto sarebbe, quindi, un discendente della Casa Reale dei Savoia che ha appoggiato l’ascesa del fascismo.

Questa scelta ha provocato una spaccatura all’interno della comunità locale e non solo. Numerosi cittadini, associazioni e storici hanno espresso la loro contrarietà a questa iniziativa, considerata in netto contrasto con i valori antifascisti e resistenziali che caratterizzano Valdieri. La decisione del sindaco, Guido Giordana, di assegnare la cittadinanza onoraria di Valdieri a Emanuele Filiberto è stata ufficialmente motivata dal fatto che la famiglia Savoia sin dall’Ottocento era solita trascorrere proprio qui le vacanze.

Il primo cittadino ha, quindi, invitato Emanuele Filiberto di Savoia a Valdieri il 22 e 23 settembre per una cerimonia ufficiale. Come riporta ‘Ansa’ durante l’evento gli sarà conferita la cittadinanza onoraria, quale “Riconoscimento speciale per il suo impegno e il suo legame storico e la dedizione al territorio”. La motivazione del comune, dunque, risiederebbe nell’idea di omaggiare una figura che ha dimostrato attenzione verso le tradizioni e i legami con la zona. In questo contesto, quindi, Emanuele Filiberto è più visto come un ambasciatore culturale e del territorio.

Le polemiche sulla decisione presa dal comune di Valdieri

Nonostante queste spiegazioni la decisione del Comune di Valdieri ha suscitato numerose polemiche proprio per il ruolo controverso della famiglia Savoia. Molti, infatti, vedono il conferimento della cittadinanza onoraria come un tradimento ai valori fondanti della comunità. In molti hanno sollevato la voce contro l’iniziativa, ritenendola profondamente offensiva nei confronti di chi ha combattuto per la liberazione d’Italia dal fascismo e dal regime monarchico.

Ad esempio, Domenico Ravetti, Vicepresidente Consiglio regionale del Piemonte e presidente del Comitato Resistenza e Costituzione della Regione Piemonte ha espresso la sua contrarietà alla scelta con una lettera pubblicata su ‘Cuneo Dice’: “Ciò che mi preme ribadire con forza è che la monarchia porta gravi e imperdonabili responsabilità nell’ascesa di Mussolini, nell’instaurazione della dittatura fascista, nell’alleanza con Hitler, nelle guerre di aggressione, nelle leggi razziali che ci resero complici dello sterminio. È altrettanto vero che gli eredi non possono essere considerati colpevoli per quello che è successo ma la società in cui viviamo merita di non dimenticare.” A lui ha fatto eco anche il consigliere regionale PD Mauro Calderoni che ha dichiarato come questa decisione si scontri con il peso della memoria storica legata alla Resistenza e al passato monarchico del paese.