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Tra i vini migliori del mondo, c’è anche un Brunello di Montalcino

La cantina Casanova di Neri, per la seconda volta, ha un vino nella top five di Wine Spectator. Questa volta, il premiato è il Brunello di Montalcino 2012

La rivista americana Wine Spectator ha deciso: tra i quattro vini migliori al mondo, ce n’è anche uno italiano. È il Brunello di Montalcino 2012 della cantina Casanova di Neri di Giacomo Neri, e si è aggiudicato il quarto posto nella classifica globale. Non è la prima volta, per la verità, che la cantina toscana ottiene un così prestigioso riconoscimento: nel 2006, il Tenuta Nuova del 2001 – un altro Brunello – aveva ottenuto addirittura la prima posizione.

Dalla cantina, si dicono estremamente soddisfatti. E anche orgogliosi. Per aver bissato il risultato, ma anche per l’affermazione di quella loro etichetta bianca che è il Brunello, prodotto in elevate quantità e indice di grande soddisfazione. Realizzato con le uve di quattro zone nei dintorni della cantina, è così descritto su Wine Spectator: «ben strutturato, lineare e vibrante, capace di offrire una lunghezza eccezionale e un finale sinuoso». Il consiglio? Per assaporarlo a pieno, stapparlo tra il 2020 e il 2035. Così da avvertire ancor di più il suo ricco bouquet di aromi: lampone, ciliegia, fiori, tabacco. Il Brunello di Montalcino – in classifica – è stato preceduto dal vittorioso Three Palms Vineyard 2014 di Duckhorn (un Merlot prodotto nella Napa Valley, in California), dal Syrah Walla Walla Valley Powerline Estate 2014 di K (prodotto nello Stato di Washington, e posizionatosi al secondo posto) e dal terzo classificato, il Barsac 2014 di Chateau Coutet, una cantina della francese Bordeaux. Anche molti degli altri vini in classifica, peraltro, sono francesi. Occupano la quinta, la sesta e la settima posizione, mentre la top ten è chiusa da tre vini californiani.

Per trovare altri vini italiani, non bisogna però scendere di molto. All’undicesimo posto c’è il Brunello di Montalcino Our 40th Harvest di Altesino, al ventesimo il Brunello di Montalcino Campogiovanni di San Felice. Perché è proprio il Brunello, il vino simbolo d’Italia. Almeno a giudicare da questa classifica. Al ventitreesimo posto c’è invece il Maremma Toscana Tenuta Belguardo di Mazzei, al trentottesimo il Dogliani di Luigi Einaudi, al sessantunesimo il Barbaresco Ovello della Cantina del Pino, al sessantaseiesimo il Montefalco Sagrantino di Scacciadiavoli, al sessantanovesimo il Soave Classico di Gini. Seguono, al settantunesimo, l’Aglianico Irpinia di Donnachiara; all’ottantaquattresimo, il Vernaccia di San Gimignano Tenuta La Calcinaie di Simone Santini; al novantaquattresimo, il Greco di Tufo G di Di Meo. Chiude, in novantasettesima posizione, il Calabria GB di Odoardi.