Nei sotterranei del tribunale di Milano c'è un "tesoro maledetto"
Nei sotterranei del tribunale di Milano c'è un vero e proprio "tesoro maledetto": il Palazzo di Giustizia custodisce più di 80 mila corpi di reato
Nei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Milano c’è un vero e proprio “tesoro maledetto“, fatto di proiettili, armi, gioielli, animali impagliati e tanti altri reperti conservati nel corso degli anni.
L’AGI è andata alla scoperta dei sotterranei del tribunale milanese dove ci sono più di 80 mila reperti della storia d’Italia dal 1960 a oggi. Enorme l’archivio dei corpi di reato che comprende circa venti locali in cui sono custoditi gli oggetti che hanno segnato le inchieste più importanti del nostro Paese, come le stragi degli anni Settanti, ma anche tante vicende criminali comuni.
Il “tesoro maledetto” del tribunale di Milano
Per tanto tempo l’archivio sei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Milano, capoluogo della Lombardia inserito nella classifica delle migliori città europee dove investire in immobili, è stato trascurato: in seguito a un’ispezione ministeriale, però, è iniziato un lavoro che prevede la digitalizzazione dei documenti.
Tra le prove dei vari processi si può trovare di tutto nelle stanze interrate dell’edificio meneghino: proiettili, armi, documenti di proclami e rivendicazioni, vecchie macchine da scrivere, gioielli, tubi di rame, decespugliatori, animali impagliati e biciclette.
Ogni singolo oggetto è stato utilizzato per qualche processo e racconta una storia. Capitolo a parte per i documenti: file interminabili di faldoni stropicciati, in alcuni casi rovinati dal tempo perché lasciati in stanze prive di un sistema adeguato per una buona conservazione di materiale cartaceo.
Andando a ispezionare i reperti custoditi nei sotterranei del Palazzo di Giustizia di Milano, è possibile fare un lungo viaggio nella storia italiana: da una parte c’è un reperto contenente una cartuccia calibro 357 magnum R.P. delle Brigate Rosse, dall’altra una confezione che avvolge il nastro video di 4-5 pollici di un’intervista concessa al Tg2 da Renato Vallanzasca, nome tra i più importanti della mala milanese di qualche decennio fa.
Alcuni reperti, magari quelli appartenenti a casi ormai risolti, vengono anche messi all’asta: come riferito dall’AGI, un impiegato ha raccontato che una delle aste più recenti ha portato a un ricavato di 2 milioni e 400 mila euro.
La storia del Palazzo di Giustizia di Milano
Costruito tra il 1932 e il 1940 sotto la direzione dell’architetto Marcello Piacentini, il Palazzo di Giustizia, protagonista delle aperture speciali per le Giornate d’Autunno Fai del 2022, è la sede del tribunale della Corte d’Appello di Milano e si trova in via Freguglia, al civico 1.
L’edificio occupa un’area quadrilatera di circa 30 mila metri quadrati e si eleva su una pianta a forma di trapezio, aperta da otto cortili di diversa ampiezza. La facciata principale si apre su un triplice portale di accesso al grande vestibolo di smistamento, alto venticinque metri.
L’ingresso del Palazzo di Giustizia di Milano contiene diverse frasi latine che riguardano i principi della giurisprudenza, come “Sumus ad iustitiam nati neque opinione / sed natura constitutum est ius” (Siamo chiamati alla giustizia fin da quando siamo nati e sulla natura si fonda il diritto, non sull’opinione”) e “Iurisprudentia est divinarum atque humanarum / rerum notitia iusti atque iniusti scientia” (“La giurisprudenza è la scienza degli affari divini e umani, dei fatti giusti e ingiusti”).
Negli anni Novanta il tribunale di Milano è stato il simbolo dell’inchiesta Mani Pulite, nota anche come Tangentopoli: un evento che ebbe una portata mediatica enorme e portò al crollo di quella che veniva considerata la Prima Repubblica, decretando al tempo stesso l’inizio della Seconda Repubblica.
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