Nei supermercati di Torino è "allarme" acqua gassata
A Torino scatta un altro allarme: molti supermercati denunciano di essere a secco dell'acqua frizzante poiché i fornitori non hanno consegnato
Nei supermercati torinesi sta diventando sempre più difficile trovare l’acqua frizzante. La ragione di questo è che i produttori fanno sempre più fatica a trovare l’anidride carbonica ovvero il biossido di carbonio che viene aggiunto nell’acqua e nelle bevande per farle diventare frizzanti.
Allarme acqua frizzante: manca l’anidride carbonica
Negli scaffali dei supermercati torinesi sembra essere sempre più difficile comprare l’acqua frizzante e quelle persone che la riescono a trovare ne fanno scorta. In questi giorni l’allarme è particolarmente sentito a Torino ma anche molte altre città italiane stanno accusando il problema della mancanza di acqua frizzante. Secondo alcuni a breve sarà difficoltoso trovare anche le bevande gasate. Questa situazione di allarme deriva dall’improvvisa difficoltà di reperire sul mercato l’anidride carbonica che è necessaria per imbottigliare l’acqua gasata. Sono i negozietti di quartiere e i piccoli supermercati ad essere colpiti per primi dato che hanno solitamente meno scorte a disposizione.
A Torino diversi negozianti hanno denunciato che alcuni fornitori ultimamente non hanno proprio rifornito i supermercati. L’allarme era già partito qualche settimana fa quando c’erano i primi sentori di questa emergenza. I produttori di anidride carbonica (Co2), infatti, denunciano che il processo di produzione e distribuzione di CO2 sia ora diventato troppo costoso. Per produrre l’anidride carbonica per l’acqua viene richiesta molta energia, una materia che ultimamente è diventata molta costosa, a cui si devono sommare gli alti costi di trasporto.
L’anidride carbonica che per ora riescono a produrre viene destinata in gran parte al settore sanitario e medico. Per questo vengono meno i rifornimenti all’industria delle bevande. I produttori italiani stanno ora cercando dei nuovi fornitori dall’estero ma la situazione sembra davvero grave. Il settore alimentare già messo a dura prova dai rincari energetici e di carburanti derivati dalla guerra in Ucraina ora rischia di dover affrontare un’altra emergenza.
Acqua Sant’Anna: stop alla produzione di acqua frizzante
Con una media di oltre 200 litri l’anno a testa l’Italia è il primo Paese europeo per consumo di acqua in bottiglia e uno dei primi al mondo. In particolare, è l’acqua gasata ad essere molto apprezzata nelle tavole degli italiani. Per questo motivo la mancanza di anidride carbonica che molti produttori devono affrontare si ripercuoterà presto nei consumatori finali.
Uno tra i primi imprenditori a dare allarme ancora tempo fa è stato Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato di Acqua Sant’Anna. L’azienda piemontese, infatti, ha scelto di interrompere la produzione e la distribuzione di acqua frizzante. Come riportato da La Repubblica Bertone ha denunciato prima che i prezzi dell’anidride carbonica sono aumentati anche di sette volte, e poi che anche a quei prezzi è difficile trovarla: “Il prezzo della Co2 è cresciuto anche di sette volte: una cisterna che costava 3 mila euro siamo arrivati a pagarla 21 mila, con grandi ritardi nelle consegne. Ma neanche a quelle condizioni non si trova anidride carbonica o se ne trova pochissima.” Per questo la sua azienda ha scelto di interrompere la produzione e non garantisce una data per la ripartenza “Piuttosto della continua incertezza, abbiamo preferito mettere in chiaro che, fino a quando non ci sarà un mercato stabile, le nostre consegne continueranno a essere interrotte”.
In questo frangente Bertone afferma di essere preoccupato anche per la produzione dell’azoto un bene fondamentale nell’imbottigliamento dell’acqua minerale. L’azoto, infatti, impedisce la proliferazione di microrganismi e tiene le bottiglie rigide quando sono chiuse: “Ho un pensiero ricorrente ed è quello che a causa del rincaro dell’energia possa in futuro scarseggiare anche l’azoto.”
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