In Sicilia nasce la prima Food Forest, la foresta commestibile
A Partinico in provincia di Palermo, sui terreni confiscati alla malavita, nasce la Food Forest: la prima foresta commestibile della Sicilia
In Sicilia, su un terreno confiscato alle organizzazioni malavitose, nasce la prima Food Forest, la foresta commestibile che mira a diventare il filo diretto tra i produttori e i consumatori.
Come funziona una Food Forest
La Food Forest, spesso chiamata anche foresta giardino, foresta commestibile e orto-bosco, è una coltivazione multifunzionale formata da alberi da legno, piante da frutto, erbe medicinali, bacche e ortaggi in sinergia con le piante spontanee e gli animali che vivono in quel determinato habitat.
Una Food Forest può essere realizzata da privati cittadini in un angolo del proprio giardino di casa o in terreni di proprietà, oppure a livello pubblico, convertendo grandi aree già esistenti come un bosco o un frutteto.
Quella della Food Forest è una tecnica che simula un ecosistema boschivo coltivando l’area su più strati (erbaceo, arbustivo e arboreo) in modo da creare un ecosistema che sia in grado di ottenere una produzione elevata, ma sostenibile, di cibo con una manutenzione minima.
Dove nasce la Food Forest siciliana
L’iniziativa siciliana assume un significato ancora più importante: oltre a creare un sistema per produrre cibo utilizzando poca energia, in modo tale da armonizzare il rapporto tra l’uomo e la natura e il consumo delle risorse, la Food Forest nasce su terreni confiscati alla mafia a Partinico, in provincia di Palermo, città che vanta un orto botanico con il giardino più tropicale d’Europa.
L’area di cinque ettari che una volta apparteneva alle organizzazioni malavitose diventa adesso un luogo dove costruire un orto di agricoltura etica e sostenibile, con frutta, erbe aromatiche, ulivi e verdure. Il progetto, nato grazie all’iniziativa di due cooperative della Sicilia, un’associazione svizzera e un ecologo brasiliano, restituisce un pezzo di Partinico ai suoi abitanti.
Nella Food Forest della Sicilia, regione sempre più plastic free grazie al via libera di una legge che limita e contrasta l’utilizzo della plastica, vengono coltivati prodotti particolari e pregiati, a partire da specie tipiche della macchia mediterranea come il corbezzolo, il mirto e il biancospino, insieme a oltre 200 piante di avocado e maracuja.
Tutto viene coltivato secondo sistemi agroforestali, ottimizzando l’uso delle risorse idriche mediante l’installazione di un bio-lago e una zona di compostaggio. L’idea è poi quella di immettere i frutti di questa foresta sul mercato attraverso una filiera corta, in cui chi produce ha un filo diretto con il consumatore finale.
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