Seceda come Disneyland, polemica overtourism in Val Gardena
In questi giorni in Val Gardena il Seceda attira folle record e riaccende il dibattito sull'overtourism tra code, tensioni e richieste di nuove regole
Negli ultimi giorni, una serie di immagini circolate online ha riportato l’attenzione sull’afflusso turistico in Val Gardena, con particolare riferimento alla zona del Seceda, paragonata da molti utenti a una “Disneyland di montagna” per l’affollamento e l’esperienza sempre più condizionata da code, impianti e selfie point.
Cosa succede sul Seceda e perché ci sono così tanti turisti
L’area del Seceda, al centro delle Dolomiti, rappresenta una delle mete più apprezzate da escursionisti e turisti. Situata sopra Ortisei, la cima è accessibile tramite una funivia che parte dal paese e conduce, con un cambio intermedio a Furnes, fino all’altopiano da cui si aprono panorami considerati tra i più iconici dell’arco alpino; il monte, ai piedi del gruppo delle Odle, ospita anche il punto di partenza della gara sciistica Südtirol Gardenissima.
Nel periodo estivo, il Seceda è diventato un luogo particolarmente ambito, anche per la sua forte presenza sui social. I prati fioriti, le creste dolomitiche e i rifugi panoramici sono spesso immortalati in post e selfie che alimentano l’attrattiva. Questo ha però comportato, nelle giornate di maggiore affluenza, la formazione di code di centinaia di persone alla stazione intermedia della funivia, dove i tempi di attesa possono protrarsi per ore.
Video e fotografie condivisi sui social hanno mostrato lunghe code e assembramenti di visitatori in attesa di salire con l’impianto di risalita che collega Ortisei alla vetta,condivisioni che stanno sollevando interrogativi sulla gestione dei flussi e sulla sostenibilità del fenomeno.
I residenti si sarebbero detti sorpresi dalle dimensioni del fenomeno, nonostante la valle sia da tempo abituata al turismo di massa. Sembrerebbe essere di una situazione inedita per intensità e concentrazione, un allarme overtourism a causa dei flussi di persone che si concentrano in poche ore e in un numero ristretto di accessi, creando disagi anche per chi vive in zona.
Quali sono le polemiche sull’overtourism in Val Gardena
Il dibattito attorno all’overtourism in Val Gardena non è nuovo. Qualche settimana fa, aveva fatto discutere l’installazione di un tornello su un sentiero escursionistico, posizionato da privati che chiedevano un contributo di cinque euro per l’accesso a una delle aree più fotografate del Seceda. L’intervento, durato pochi giorni, è stato interpretato da molti come un gesto simbolico per attirare l’attenzione sul crescente afflusso turistico e sulle ricadute per chi vive e lavora nei territori alpini.
In parallelo, si è aperta una nuova questione legata alla gestione dell’impianto di risalita Furnes–Seceda. La società concessionaria ha infatti presentato una richiesta per aumentare la portata della funivia, con l’obiettivo di triplicarne la capacità oraria. La proposta ha sollevato reazioni critiche da parte di associazioni ambientaliste e comitati locali, che hanno espresso preoccupazione per le possibili conseguenze sul delicato ecosistema alpino.
Sarebbe stata proprio la Provincia autonoma di Bolzano a intervenire chiedendo una Valutazione di Impatto Ambientale prima di procedere con l’iter autorizzativo. Tra le criticità segnalate, anche il rischio per la fauna selvatica: secondo alcune associazioni, l’intensificazione dei passaggi potrebbe compromettere l’habitat di diverse specie, tra cui le marmotte, già messe a dura prova dalla pressione antropica.
Le discussioni sulle modalità di fruizione degli spazi montani, tra esigenze economiche e tutela ambientale, restano dunque aperte. Intanto, mentre i flussi aumentano, i cittadini segnalano problemi legati al traffico, alla mancanza di parcheggi e alla trasformazione del paesaggio in un contesto sempre più modellato sulle aspettative turistiche.
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