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San Galgano, meta preferita per i picnic fuori porta

La maestosa abbazia di San Galgano è la meta preferita per i picnic in Toscana. Un luogo suggestivo circondato dal verde, ideale per il pranzo al sacco

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San Galgano, con la sua abbazia, rappresenta la meta preferita e il luogo ideale per i picnic fuori porta in Toscana.

La struttura dell’abbazia di San Galgano risale al 1200 e la sua storia è particolarmente significativa. Dopo aver conosciuto un periodo iniziale all’insegna dello splendore, la chiesa gotica ha vissuto tutta una serie di catastrofi e peripezie dopo le quali è caduta in abbandono e in rovina.

Si trova nel comune di Chiusdino, vicino Siena, ed è davvero affascinante. Arrivando di fronte all’abbazia di San Galgano, lo spettacolo è inedito e suggestivo, perché la chiesa gotica è rimasta senza tetto, a causa di un fulmine che colpì il suo campanile nel ‘700. Grazie alle sue pareti, altissime e maestose, l’abbazia conserva quell’aria di sacralità che aveva anche quando era ancora in funzione.

L’abbazia di San Galgano è circondata da un enorme prato verde che la rende perfetta per i picnic domenicali. Basta munirsi di un telo, da stendere di fronte alle rovine o lungo il sentiero che conduce all’abbazia, per godersi un bel pranzo al sacco al cospetto di uno dei luoghi più affascinanti di tutta la Toscana e non solo. Un’ottima idea è quella di visitarla dopo aver mangiato e aspettare il tramonto, da molti considerato il momento migliore per visitare l’abbazia, grazie ai giochi di luce che la rendono ancora più elegante, misteriosa e sacra.

Dopo aver visitato l’abbazia di San Galgano, si consiglia vivamente di uscire fuori e incamminarsi una strada rapidissima che conduce in cima ad un colle, piccolo ma al tempo stesso ben visibile. Una volta giunti lì sopra, si arriva all’Eremo di Montesiepi che custodisce la Spada nella Roccia. Sì, proprio come quella del mito di Re Artù. La spada venne infissa nella roccia da Galgano Guidotti, il futuro San Galgano, nel lontano 1180 sull’Eremo di Montesiepi. Rappresenta il primo dei 19 miracoli documentati del santo ed è ancora visibile a distanza di oltre otto secoli. Qualche anno fa, un visitatore tentò di imitare Re Artù, provando ad estrarre la spada, ma finì per romperla all’altezza dell’elsa. Per questo, da allora, viene protetta dalla “umanità stupida” all’interno di una teca.