Reggia di Caserta, marmi e statue trovati nel percorso segreto
Nel percorso segreto dietro la Fontana di Eolo della Reggia di Caserta, sono stati ritrovati oltre trecento oggetti appartenenti a marmi e statue
Grande ritrovamento alla Reggia di Caserta: nella grotta dietro alla Fontana di Eolo, all’interno del Parco Reale, sono stati ritrovati marmi e oggetti deposti lì almeno a partire dagli anni Settanta.
Una sorta di vero e proprio tesoro emerso da quello che è stato già ribattezzato come il “nascondiglio di fate“, dove le piccole creature pongono cose perse o abbandonate nel giardino della meravigliosa Reggia di Caserta.
Nei giorni scorsi, il personale del sito, ha rimosso rovi e piante infestanti che impedivano l’ingresso al camminamento rimasto nascosto per almeno quarant’anni. Grazie a questo intervento, è stato possibile percorrerlo di nuovo, arrivando alla grotta alle spalle della Fontana di Eolo, all’interno del Parco Reale della Reggia di Caserta.
Quella piccola caverna ha rivelato il suo tesoro: sistemati al suolo ci sono almeno trecento oggetti disposti lì probabilmente dagli anni Settanta e dimenticati con il passare del tempo. Un ripostiglio per lembi di sculture, tasselli caduti e mimetizzati nel verde.
Alla Reggia di Caserta, la più famosa e visitata tra le regge della Campania, inoltre, sono stati ricollocati alcuni elementi scultorei della Fontana di Venere e Adone, ritrovati negli ultimi mesi grazie al lavoro dell’Associazione Amici della Reggia di Caserta.
Nell’ambito di salvaguardia del patrimonio culturale del maestoso complesso monumentale, sono ancora in corso gli interventi di restauro dei soggetti del gruppo marmoreo realizzato da Gaetano Salomone tra il 1784 e il 1789 lungo la via d’acqua del Parco Reale.
L’Associazione Amici della Reggia, nel mese di dicembre, ha promosso una raccolta fondi per il restauro dei putti della fontana, a seguito della sottoscrizione dell’accordo con il Museo Reggia di Caserta per la condivisione di valori culturali e simbolici di un percorso di salvaguardia, recupero e valorizzazione del complesso che non a caso ospita anche una scuola di restauro allestita presso la “Casa del Giardiniere”.
Il restauro è andato oltre le aspettative iniziali, riguardando più soggetti del gruppo scultoreo, tra cui un cane e altri due amorini. I lavori sono iniziati con un trattamento preliminare delle superfici con un biocida per l’eliminazione di elementi vegetativi. In un secondo momento, i pezzi sono stati collocati mediante l’utilizzo di tutori per individuare l’inclinazione e la posizione corretta di ogni elemento.
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