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Quando vanno via di casa i giovani italiani: il dato a sorpresa

Il nuovo rapporto condiviso dall'ISTAT spiega a che età i giovani italiani decidono di andare via di casa per andare a vivere da soli

Quando vanno via di casa i giovani italiani

L’abbandono della casa dei genitori è da molti considerato come un passo importante nel passaggio dall’infanzia all’età adulta. Una nuova indagine ISTAT (Istituto nazionale di Statistica) rivela l’età media che hanno i giovani italiani quando decidono di lasciare la casa dei genitori. Il dato segnala un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti ma è sempre più alto rispetto alla media europea.

Età dei giovani italiani che lasciano la famiglia dei genitori

Nel 2021 erano poco più di 7 milioni i giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni che vivevano in casa con i genitori, ovvero il 67,6% del totale. Gli anni toccati dalla pandemia non hanno migliorato la situazione economica di molti ragazzi che si sono trovati in situazioni precarie e con minori opportunità. Rispetto al 2009, ultimo anno prima della grande crisi economica, la percentuale di giovani (18-34) che vivono in casa è aumentata di circa 9 punti. In quell’anno, infatti, il tasso si era attestato attorno al 58,6%. Nel sud Italia la situazione sembra più preoccupante dato che la percentuale di giovani in casa con i genitori sale al 72,8% contro il 63,7% del Nord e il 67% del Centro. Nel meridione, inoltre, sale anche il numero di giovani disoccupati (nella fascia 18-34) che si attesta attorno al 35% contro il 17% del nord.

In questo quadro, però, si inserisce anche una bella notizia nel 2021 l’età media degli italiani (compresi tra i 18 e i 34 anni) che vanno a vivere da soli è scesa “al di sotto della soglia psicologica” dei 30 anni. Secondo gli ultimi dati l’età in cui i giovani decidono di abbandonare la casa dei genitori è ora di 29,9 anni. Un dato così positivo non si vedeva dal 2013.

L’Italia rispetto alla media europea

Oltre all’ISTAT anche l’istituto Eurostat ha fatto delle ricerche sul tema a livello europeo. Nel Vecchio Continente l’età media dei giovani che lasciano il “nido famigliare” si attesta attorno ai 26,5 anni, un numero in leggero aumento negli ultimi anni. Prima del covid, infatti, il tasso medio era di 26,2 anni in Europa.

Svezia, Finlandia, Danimarca e i paesi nordici in generale si posizionano in testa alla classifica. In particolare, l’età media più bassa dei giovani che lasciano la famiglia dei genitori è stata registrata in Svezia con 19,0 anni, a seguire la Finlandia e la Danimarca con 21. L’Italia con la media di 29,9 si posiziona nella parte più bassa della classifica seguita solo da Grecia, Bulgaria, Slovacchia, Croazia e Portogallo. Il Portogallo, che chiude la classifica, ha registrato un’età media di 33,6 anni.

Le regioni alla base di queste differenze possono essere molteplici e vanno dalle condizioni economiche e sociali a quelle culturali. Questi dati, inoltre, si rivelano anche legati anche al tasso di occupazione dei diversi paesi. I paesi in cui i giovani (18-34) lasciano la famiglia dei genitori in età più avanzata hanno possibilità di avere un tasso di partecipazione alla forza lavoro più basso. In poche parole, in Svezia dove i giovani escono di casa attorno ai 19 anni, l’occupazione giovanile si attesta attorno al 70%, mentre nei Paesi in cui i giovani vanno via da casa più tardi (intorno o dopo i 29 anni) il tasso di partecipazione al lavoro non supera il 50%.