Puglia, nei meravigliosi abissi di Torre Ovo c'è una foresta pietrificata
Le sculture pietrificate del mare pugliese, risalenti a milioni di anni fa, richiamano nei fondali di Torre Ovo studiosi e turisti
Immergersi nelle profondità marine a largo della Puglia, precisamente a Torre Ovo, rinomata località marittima vicino a Campomarino di Maruggio, permette di ammirare uno spettacolo unico, fruibile soltanto allo sguardo dei sub che nuotano nelle acque della provincia di Taranto.
L’inestimabile tesoro sommerso si trova a circa sette metri di profondità tra l’antico porto greco romano e la torre di guardia saracena. Nonostante siano già state elaborate numerose tesi sull’origine di questo sito così particolare, la sua genesi è ancora avvolta nel mistero.
Forse, all’incirca due milioni di anni fa, i gasteropodi che popolavano la zona nel Pleistocene potrebbero aver creato gli edifici così pieni di fascino e mistero. Un enigma che richiama nei bellissimi e incontaminati fondali pugliesi del golfo tarantino un numero sempre crescente di sub, desiderosi di scovare qualche dettaglio che possa aggiungere ulteriori tasselli per la risoluzione del rompicapo subacqueo.
Le foto sono state scattate da Paolo De Vizzi, un vero e proprio tritone di mare, atleta diversamente abile che vanta il record mondiale di permanenza subacquea con erogatori. Una persona che conosce bene i fondali pugliesi , tanto da svelarne, attraverso l’occhio della sua fedele fotocamera, gli aspetti più affascinanti.
Ma non è necessario essere dei sub professionisti per godere del meraviglioso spettacolo della natura custodito nelle acque della provincia di Taranto, il sito si trova a una profondità non eccessiva, possono bastare pinne e boccaglio per cogliere, anche solo muniti di maschera, le meraviglie del sito che abbraccia circa 800 metri quadri di fondale.
Il perimetro ha attratto l’attenzione degli studiosi delle università di Palermo e Bari. I prelievi hanno confermato che l’origine della sculture sottomarine è da attribuire all’azione lenta e costante di microrganismi scavatori che nel corso dei millenni hanno elaborato affascinanti e maestosi edifici sottomarini, sorprendenti per bellezza e complessità.
Secondo le ipotesi elaborate dai biologi marini, si tratterebbe di tane per conchiglie bivalvi, gasteropodi e policheti che in un passato remoto dominavano la zona. Il paziente e inconsapevole lavoro, ha resistito all’incedere delle pieghe del tempo, conservando uno spettacolo unico che attrae nei mari della Puglia turisti di mare desiderosi di cogliere una bellezza che unisce le meraviglie degli abissi a quelle del passato.
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