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Prezzo della pasta: è in arrivo un calo. Ma è pronto lo sciopero

Pasta, scontro sui costi: la Commissione per il monitoraggio dei prezzi annuncia un calo, ma le associazioni dei consumatori minacciano lo sciopero

In arrivo un calo dei prezzi della pasta in Italia: è quanto emerge dalla Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi che si è riunita per la prima volta a Palazzo Piacentini.

Scende il prezzo della pasta in Italia

La Commissione, come previsto dal Decreto Trasparenza del Governo, è stata convocata al fine di monitorare le dinamiche del costo della pasta e i principali fattori che ne compongono il prezzo al consumo, a seguito dei significativi aumenti registrati negli ultimi mesi in tutto il Paese.

Presieduta dal Garante per la sorveglianza dei prezzi, Benedetto Mineo, la Commissione ha esaminato l’andamento del prezzo della pasta: secondo i dati rilevati dall’Istat, ha fatto registrare aumenti tendenziali del 17,5% a marzo e del 16,5% ad aprile.

Il confronto tecnico a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Istat, Ismea e del sistema camerale, ha fatto emergere i primi segnali, seppur deboli, di diminuzione del prezzo della pasta, prodotto che da diversi mesi a questa parte è una presenza costante nelle classifiche dei rincari alimentari in Italia. Da qui ai prossimi mesi il costo della pasta dovrebbe continuare a scendere in modo significativo.

Da parte della Commissione è stata ribadita la volontà di continuare l’opera di monitoraggio sull’effettiva discesa dei prezzi nel nostro Paese, un’azione che serve a tutelare i consumatori. Il Garante ha inoltre evidenziato che tanto le materie prime come il frumento duro e la semola, quanto le bollette energetiche, siano arrivati a livelli sensibilmente più bassi rispetto al 2022: tali riduzioni andranno a riflettersi sui prezzi al consumo di tanti prodotti, su tutti la pasta.

Le associazioni minacciano lo sciopero degli spaghetti

Le varie associazioni dei consumatori, nonostante i segnali positivi arrivati dalla Commissione di allerta rapida per il monitoraggio dei prezzi, sono ancora perplessi riguardo la possibilità che il prezzo della pasta possa diminuire: a tal proposito, c’è addirittura chi minaccia uno sciopero di spaghetti, penne e maccheroni.

“Ci attendiamo a breve una discesa forte dei prezzi della pasta, se no ci penseranno i consumatori, lasciandola sugli scaffali – le parole di Furio Truzzi, presidente di Assoutenti, riportate da Il Mattino – Seguiremo la legge della domanda dell’offerta e non compreremo pasta per 15 giorni – Vogliamo una rete di osservatori locali esattamente quali sono i territori e i prodotti più cari è un paniere di beni di prima necessità che non superi il tasso di inflazione programmata del 5,9%”.

L’Unionfood sostiene che il rezzo della pasta alla produzione, nel giro di un anno, è cresciuto dell’8,4% in più, in linea con l’indice dell’inflazione in Italia registrato dai beni al consumo:  “L’incremento per il consumatore si attesta su una percentuale del +16,5% quando la media del totale dei prodotti alimentari è del +15% – il comunicato Unionfood riportato da Repubblica – parliamo quindi di un rincaro sul prezzo della pasta che si attesta di un punto e mezzo percentuale in più rispetto agli altri prodotti alimentari”. Il Codacons, infine, fa sapere che in numerose città d’Italia la pasta costa sopra i 2,3 euro al chilo e che il prezzo medio in Italia è abbondantemente sopra la quota dei 2 euro al pacco.