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Il caso del Presepe in Vaticano: rimossi Bambinello e kefiah

Il Presepe arrivato in Vaticano da Betlemme è diventato un caso per via della kefiah palestinese che è stata utilizzata per avvolgere il Bambinello

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Presepe Sala Paolo VI

Il Presepe arrivato in Vaticano da Betlemme è diventato un caso per via della kefiah palestinese utilizzata per avvolgere il bambinello: proprio la kefiah ha scatenato diverse polemiche da parte di varie comunità ebraiche, in quanto Gesù, nato e vissuto in Israele, era un ebreo legato alla tradizione e alla cultura ebraica, non a quella palestinese.

Presepe in Vaticano, kefiah e Bambinello: il caso

Il Bambinello è stato rimosso dalla Sala Paolo VI, insieme alla sua mangiatoia: un gesto che segue la tradizione cattolica, visto che di norma il Presepe viene allestito in occasione dell’8 dicembre, l’Immacolata concezione, ma il Bambinello viene inserito solo nella notte di Natale.

Con una nota della Sala stampa vaticana, è stato annunciato che il Bambino Gesù “tornerà al suo posto nel presepe nella notte tra il 24 e il 25 dicembre, come è da tradizione in tutti i Paesi del mondo”. Sul fronte kefiah, invece, è stato precisato che “a quanto risulta è stata aggiunta all’ultimo momento dall’artista che ha realizzato il Presepe”.

Il curatore dell’installazione artistica intitolata ‘Natività di Betlemme 2024’ è Taisir Hasburn che come spiegato da ‘Vatican News’, ha realizzato l’opera al 90% dall’Università Dar Al-Kalima. L’installazione racconta la Terra Santa e la Santa Famiglia attraverso statue in legno d’olivo e tanti altri materiali: il ferro è stato utilizzato per la struttura principale e la madreperla per la stella.

Materiali come la pietra, la ceramica, il feltro, il vetro e la lana con cui sono state create le pecore del Presepe sono a opera del “Centro Ma’an lil-Hayat, associazione di Betlemme che accoglie persone con disabilità. Hasbun ha spiegato che c’è anche un olivo vero, a rappresentare la Palestina e la sua economia agricola, una terra che è piena di olivi, da nord a sud, un olivo che è anche simbolo di pace”.

La donazione da Betlemme

Il Presepe era arrivato in Vaticano, da Betlemme, nella giornata di sabato 7 dicembre 2024, alla vigilia dell’Immacolata concezione: Papa Francesco aveva colto l’occasione per pregare davanti alla Natività nella quale Gesù Bambino è posato nella mangiatoia su una kefiah palestinese.

Il Pontefice ha ricevuto e benedetto, nell’aula Paolo VI, il presepe in legno d’ulivo realizzato dagli artigiani e dal centro Piccirillo di Betlemme e donato dalla delegazione palestinese. Questo presepe, tra l’altro, non è quello che tradizionalmente viene esposto in piazza San Pietro.

La natività esposta in piazza quest’anno è stata donata dalla città di Grado, in provincia di Gorizia: è ambientata tra le mote, le piccole isole della laguna e al posto della capanna c’è il casone, una costruzione tipica di canne dei pescatori locali.

Davanti al presepe con la kefiah, Papa Francesco ha invitato a guardare ai presepi di Betlemme “costruiti nella Terra dove il Figlio di Dio è nato”, spiegando che: “sono diversi tra loro, ma tutti recano lo stesso messaggio di pace e di amore che ci ha lasciato Gesù. Davanti ad essi, ricordiamo i fratelli e le sorelle che, invece, proprio là e in altre parti del mondo, soffrono per il dramma della guerra. Con le lacrime agli occhi eleviamo la nostra preghiera per la pace. Fratelli e sorelle, basta guerre, basta violenze!”.