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A Pompei si potrà visitare una nuova area

Finalmente, i visitatori potranno esplorare le bellezze della Regio IX, la nuova area di scavi appena aperta al pubblico: Pompei si arricchisce

La visita al Parco Archeologico di Pompei si arricchisce di una nuova area: apre al pubblico la Regio IX, una delle zone ancora oggetto di scavo. È qui che sono state recentemente fatte interessanti scoperte, tra cui un’antica lavanderia e un panificio con una parete affrescata di grandissimo valore. I visitatori possono ora prenotare un tour guidato per andare alla scoperta di questi nuovi, preziosi reperti storici e per apprendere curiosità riguardanti le tecniche di conservazione del patrimonio archeologico di Pompei.

Pompei, apre al pubblico la Regio IX

Dal 3 gennaio al 30 aprile 2024, sarà possibile accedere all’area della Regio IX di Pompei (previa prenotazione) grazie ad alcune visite guidate: il personale di cantiere offrirà una panoramica non solo sugli ultimi ritrovamenti avvenuti nella zona, ma anche sulle metodologie di scavo e sulle tecniche di conservazione dei reperti. Si tratta di un’occasione unica, dal momento che questa zona è finora rimasta chiusa al pubblico. Si tratta di uno dei nove quartieri in cui è suddivisa la città di Pompei, un’area estesa per quasi 3.200 metri quadri.

Gli scavi presso la Regio IX erano iniziati già sul finire dell’800, ma erano stati ben presto interrotti. Nel febbraio 2023, i lavori sono ricominciati: fanno parte di un più ampio progetto volto a risolvere problemi idrogeologici e conservativi emersi lungo la linea che divide la parte già scavata di Pompei e quella ancora inesplorata (la quale corrisponde a circa un terzo delle dimensioni totali della città). Nel corso dei lavori, gli archeologi hanno trovato numerosi reperti interessanti e nuovi ambienti che contribuiscono a far luce sulle condizioni di vita dei cittadini romani prima dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.

Le scoperte avvenute nella Regio IX

Nell’area della Regio IX sono avvenute alcune delle più importanti scoperte archeologiche dell’ultimo anno. Gli esperti vi hanno trovato, in particolare, due antiche case ad atrio (erano già state parzialmente esplorate nell’800) risalenti all’età sannitica: nel I secolo d.C., entrambe erano state trasformate in officine produttive. La prima è una fullonica, ovvero quella che oggi definiremmo una lavanderia. Gli archeologi hanno trovato, tra le sue mura, dei banconi da lavoro e alcune vasche impiegate per il lavaggio e la tintura degli abiti.

Poco distante, la seconda domus trasformata in un panificio: tra i reperti rinvenuti, ci sono un forno, gli spazi per le macine e gli ambienti usati per la lavorazione dei prodotti alimentari. All’interno del panificio, sono stati trovati anche i resti di tre corpi umani, con tutta probabilità appartenuti a due adulti e ad un bambino di 3-4 anni: stavano cercando riparo durante l’eruzione, trovando però la morte a causa del crollo del solaio dell’edificio. Inoltre, le pareti di questo ambiente ci hanno regalato alcuni affreschi incredibili, tra cui quella che a prima vista sembrerebbe proprio una pizza.

Nel panificio, tuttavia, è stata fatta anche una scoperta inquietante: sono riemersi alcuni ambienti di lavoro in cui venivano impiegati gli schiavi, e somigliano quasi a delle prigioni. Non presentano sbocchi sulla strada, e hanno soltanto minuscole finestre con delle grate per far passare un po’ di luce. Dai segni sul pavimento, inoltre, si evince che gli asini utilizzati per far girare le macine venivano bendati e poi portati allo sfinimento. Tutto ciò fornisce informazioni preziose sulle drammatiche condizioni di vita degli schiavi a Pompei.