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Pompei, a Civita Giuliana emerge un sacello nel quartiere servile

Nuova scoperta a Pompei: dal quartiere servile, situato nell'area della villa suburbana di Civita Giuliana, è emerso un sacello con preziosi dipinti

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La recente campagna di scavi che ha coinvolto l’area suburbana di Pompei, appena al di fuori delle mura dell’antica città, ha permesso agli archeologi di scoprire un nuovo ambiente. Si tratta di un sacello, ovvero un’area semiaperta solitamente destinata al culto religioso: è stato rinvenuto nel quartiere servile, nel luogo in cui si trova la prestigiosa villa di Civita Giuliana. Ecco che cosa sappiamo.

Il sacello scoperto a Civita Giuliana

Il Parco Archeologico di Pompei torna a sorprenderci ancora una volta, con una nuova (e preziosissima) scoperta che fa luce sulle condizioni di vita degli schiavi presso l’antica città romana. Il ritrovamento è avvenuto nell’area suburbana dove, da un paio d’anni a questa parte, hanno preso il via i lavori di scavo che hanno riportato alla luce la villa di Civita Giuliana.

Le indagini sono iniziate nel corso del 2023, quando per la prima volta gli archeologi hanno cominciato ad esplorare quel tratto della via di Civita Giuliana che congiunge due settori già noti – quello residenziale a nord e quello servile a sud. Uno dei primi lavori ha permesso la rimozione della strada, sotto la quale sono riemersi (ad una profondità di 40-50 cm) pavimentazioni appartenenti al piano superiore del quartiere servile e il sacello.

Quest’ultimo è. un ambiente semiaperto a pianta rettangolare, coperto da un tetto spiovente a pianta unica. La stanza, lunga 2,65 metri e larga 2,75 metri, doveva servire per cerimonie religiose. La fronte esterna è intonacata e dipinta di bianco: è qui che spicca un grande portale, sopra il quale si sporge un timpano a rilievo.

Le pareti interne, invece, presentano alcune decorazioni pittoriche in IV stile. Ciò che ci è arrivato mostra quella che probabilmente doveva essere una sequenza di dodici pannelli a drappo giallo, disposta su sfondo rosso. Al centro della parete di fondo, invece, dovevano trovarsi due pannelli che inquadravano un podio in miniatura, dove probabilmente era riposta una statua. Purtroppo, gran parte delle decorazioni non è sopravvissuta ai furti dei “tombaroli”.

I nuovi scavi a Pompei

“Lo scavo del sacello da un lato è sconcertante, perché ci fa vedere la spregiudicatezza con cui gli scavatori clandestini hanno operato, spogliando quasi tutte le pareti e l’interno della stanza. Al tempo stesso, però, è incoraggiante perché dimostra che lo Stato c’è e sta recuperando un complesso di grandissima importanza” – ha spiegato Gabriel Zuchtriegel, direttore del sito di Pompei.

Negli 2019, infatti, il Parco Archeologico ha siglato un’intesa con la Procura della Repubblica di Torre Annunziata, per fermare il saccheggio sistematico che i “tombaroli” hanno compiuto negli anni passati, trafugando reperti e antichità preziosissimi. E i lavori di scavo, oltre a portare alla luce nuove testimonianze, serviranno anche a proteggere il sito archeologico dai furti.

“Questi ritrovamenti archeologici ci consentono di definire nei dettagli la vita dell’epoca. Ho visto le stanze servili, che raccontano la condizione di vita degli schiavi. Gli strumenti da lavoro, in alcuni casi, sono reperti davvero originali” – ha affermato Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, dopo aver visitato lo scavo e le ultime scoperte a Pompei.