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"La pizza a Napoli era una schifezza": Grandi e la nuova polemica

Nuova polemica sulle dichiarazioni del professor Alberto Grandi sulla cucina italiana e, in particolare, sulla pizza napoletana: è arrivata la replica

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In Italia ha fatto molto discutere l’attacco lanciato dal ‘Financial Times’ alla cucina italiana e, in particolare, quanto scritto sulle origini di alcune specialità nostrane.

L’articolo si basava su un’intervista ad Alberto Grandi, che insegna storia economica e storia dell’alimentazione all’Università di Parma e che è il coautore, assieme a Daniele Soffiati, del podcast “DOI – Denominazione di Origine Inventata”. Proprio Grandi ha rilasciato nuove dichiarazioni sull’identità e le origini della cucina italiana, riportate dal ‘Corriere della Sera’.

L’attacco di Alberto Grandi alla pizza napoletana

A proposito della pizza napoletana, Alberto Grandi ha poi pronunciato alcune parole che hanno dato il “la” a una nuova polemica: “Finché è rimasta a Napoli la pizza è stata una grandissima schifezza. Quando è arrivata a New York, si è riempita di prodotti nuovi e, in particolare, della salsa di pomodoro, diventando la meraviglia che conosciamo oggi. Senza il viaggio degli italiani in America sono convinto che questa specialità sarebbe scomparsa”.

Grandi ha spiegato che “la cucina italiana, come la conosciamo oggi, è frutto di contaminazioni e del fatto che milioni di italiani sono andati in giro per il mondo e hanno imparato a cucinare scoprendo ingredienti nuovi”.

La replica di Angelo Forgione ad Alberto Grandi sulla pizza napoletana

Lo scrittore e storico Angelo Forgione ha risposto a quanto affermato da Alberto Grandi sulla pizza napoletana in alcune dichiarazioni riportate da ‘Napoli Today’: “Nel mio libro ‘Il Re di Napoli’, circa la storia del pomodoro, riporto tutte le documentazioni che attestano come la pizza con il pomodoro (e la mozzarella) nasca indubitabilmente a Napoli nella prima metà dell’Ottocento, ben prima del trasferimento del pizzaiolo Gennaro Lombardi a New York nel 1905″.

Forgione ha poi aggiunto: “È vero che la prima pizza dei napoletani, nel Seicento, era bianca, poiché il pomodoro non era ancora abituale in alimentazione, e quello lungo ancora non era conosciuto in Europa. Era ricca di strutto, formaggio di pecora, pepe e basilico […] Con l’inizio della coltivazione del pomodoro a bacca lunga attorno al Vesuvio, alla fine del Settecento, il cibo di strada del popolo napoletano iniziò a colorarsi di rosso”.

Dall’amatriciana al Parmigiano del Wisconsin: le nuove dichiarazioni di Grandi

Alberto Grandi, nelle sue nuove dichiarazioni, si era anche soffermato sulla ricetta dell’amatriciana: “L’attore Aldo Fabrizi, campione mondiale di romanità, ha proposto in una poesia la sua personale ricetta dell’amatriciana, che sembra una presa in giro perché contiene cipolla, dado, zenzero e pancetta. Oggi sarebbe una bestemmia ma nel 1974 non lo era”. Poi ha aggiunto: “Ora se usi la pancetta nell’amatriciana sei un reietto”.

Lo studioso mantovano è anche tornato a parlare della sua discussa teoria sul Parmigiano del Wisconsin, criticata dalla Coldiretti. Grandi ha detto: “Quando dico che, negli ultimi 50 anni, il Parmigiano Reggiano è cambiato ed è diventato un prodotto straordinario, che male sto facendo? Qual è il danno per l’economia e l’agroalimentare italiano? Se nel Wisconsin si fa il formaggio come lo si faceva da noi 100 anni fa, questa è una colpa e non un merito per il Wisconsin: non significa che sia migliore di come lo si fa oggi in Italia”.