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Peste suina africana in Piemonte: arrivano misure straordinarie

In Piemonte c'è stato un caso accertato di peste suina africana: in arrivo misure straordinarie per il virus che non è trasmissibile all'uomo

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Peste suina africana in Piemonte

La peste suina africana colpisce il Piemonte: si tratta di una malattia infettiva altamente contagiosa e tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce esclusivamente i suoni domestici e selvatici. Tale malattia non si trasmette all’uomo, quindi non ci sono rischi per la popolazione.

Il virus della peste suina africana è molto stabile e rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio: viene inattivato solo dalla cottura e grazie all’utilizzo di specifici disinfettanti.

Per combattere il virus, in attesa dell’ordinanza ministeriale che stabilirà in dettaglio l’elenco dei Comuni compresi nella zona infetta e le misure straordinarie da attuare per limitare la diffusione, sono già state prese delle misure preventive in seguito al caso accertato su un cinghiale trovato morto a Ovada. Comune dove si produce uno dei vini premiati dalla Guida Vinibuoni d’Italia del Touring Club Italiano.

La Regione Piemonte, tramite l’Asl di Alessandria, ha chiesto ufficialmente ai sindaci dei Comuni interessati di vietare l’esercizio venatorio di tutte le specie sul loro territorio. È stata ribadita, inoltre, la necessità di rafforzare al massimo la sorveglianza nei confronti dei cinghiali, animali protagonisti di un insolito avvistamento in Sicilia nel corso del 2021.

L’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi, tramite il sito ufficiale della Regione, ha fatto sapere che l’emergenza della peste suina africana va affrontata facendo appello alla collaborazione di tutti. La Sanità è al fianco degli operatori del settore per impedire la circolazione del virus e proteggere gli allevamenti del Piemonte, premiato agli Oscar del Turismo Italiano come Regione con la Migliore Offerta Enogastronomica di tutta la Penisola. *

Al fine di evitare la proliferazione della peste suina, la Regione ha chiesto di innalzare il livello massimo di allerta sulla vigilanza delle misure di biosicurezza nel settore dimestico. Un particolare occhio di riguardo è richiesto a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, dei mangimi, dei prodotti e delle persone.

Peste suina in Piemonte: le reazioni

Il Presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore all’Agricoltura Marco Protopapa sono intervenuti per parlare della peste suina africana in Piemonte e chiedere una riforma della legga sulla fauna selvatica per contrastare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali su tutto il territorio:

“Come in più occasioni richiesto ai Ministeri competenti dal Piemonte, insieme a tutte le altre Regioni, è necessario che le istituzioni preposte riprendano definitivamente in mano la legge 157/92 per adeguarla alle esigenze attuali con una riforma radicale della legge sulla fauna selvatica – si legge sul sito ufficiale della Regione Piemonte – Con le norme attuali e la carenza di personale per il controllo non si è più in grado di contrastare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali.

L’intensificarsi dei casi di Peste suina africana in tutta Europa – aggiungono Cirio e Protopapa – deve aumentare l’attenzione delle istituzioni ad ogni livello, anche UE, per tutelare le produzioni zootecniche e l’economia delle nostre aziende, attivando decisioni urgenti che mettano in condizione le Regioni di poter operare su questa annosa criticità”.

La Giunta regionale ha adottato per la prima volta una delibera che estende anche alla stagione venatoria 2021/2022 la possibilità di applicare i piani di prelievo numerico-selettivi della specie cinghiale: tale delibera vale per il periodo compreso tra l’1 e il 31 gennaio.