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Peste suina, "zona infetta" in 114 comuni in Piemonte e Liguria

Centoquattordici comuni di Piemonte e Liguria sono stati inseriti nella zona infetta dalla peste suina africana da parte del ministero della Salute

Cinghiale

La peste suina africana continua a tenere in apprensione il Nord Italia. A causa della nuova emergenza, ben centoquattordici comuni italiani sono stati inseriti nella cosiddetta “zona infetta” da parte del Ministero della Salute, alla luce dei nuovi casi confermati (attualmente sono 4 i cinghiali trovati morti per il virus) e in linea con le indicazioni della Commissione Europea. Tra i comuni in “zona infetta” ci sono 78 paesi del Piemonte e 36 della Liguria.

La notizia è stata confermata dalla Regione Piemonte, che già aveva preannunciato misure straordinarie per far fronte all’emergenza peste suina africana.

Peste suina africana, quali sono i comuni in “zona infetta” in Piemonte

Nella nota diffusa dalla Regione Piemonte sono elencati i 78 comuni piemontesi, tutti in provincia di Alessandria, inseriti in “zona infetta”. Essi sono: Cavatore, Castelnuovo Bormida, Cabella Ligure, Carrega Ligure, Francavilla Bisio, Carpeneto, Costa Vescovato, Grognardo, Orsara Bormida, Pasturana, Melazzo, Mornese, Ovada, Predosa, Lerma, Fraconalto, Rivalta Bormida, Fresonara, Malvicino, Ponzone, San Cristoforo, Sezzadio, Rocca Grimalda, Garbagna, Tassarolo, Mongiardino Ligure, Morsasco, Montaldo Bormida, Prasco, Montaldeo, Belforte Monferrato, Albera Ligure, Bosio, Cantalupo Ligure, Castelletto d’Orba, Cartosio, Acqui Terme, Arquata Scrivia, Parodi Ligure, Ricaldone, Gavi, Cremolino, Brignano-Frascata, Novi Ligure, Molare, Cassinelle, Morbello, Avolasca, Carezzano, Basaluzzo, Dernice, Trisobbio, Strevi, Sant’Agata Fossili, Pareto, Visone, Voltaggio, Tagliolo Monferrato, Casaleggio Boiro, Capriata d’Orba, Castellania, Carrosio, Cassine, Vignole Borbera, Serravalle Scrivia, Silvano d’Orba, Villalvernia, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Sardigliano, Stazzano, Borghetto di Borbera, Grondona, Cassano Spinola, Montacuto, Gremiasco, San Sebastiano Curone e Fabbrica Curone.

Peste suina africana: cosa significa “zona infetta” e cosa prevede

Il comunicato della Regione Piemonte contiene, al suo interno, anche le dichiarazioni dell’assessore regionale alla Sanità Luigi Genesio Icardi, che ha spiegato: “In attesa dell’ordinanza del Ministero che definirà le misure straordinarie per limitare la diffusione della malattia, l’Asl di Alessandria sta chiedendo ai sindaci dei comuni interessati di vietare sul loro territorio l’esercizio venatorio a tutte le specie, rafforzando il più possibile la sorveglianza nei confronti dei cinghiali e dei suini da allevamento. È stata innalzata al massimo livello di allerta la vigilanza sulle misure di biosicurezza nel settore domestico, con particolare riguardo a tutte le operazioni di trasporto e di movimentazione degli animali, di mangimi, prodotti e persone”.

Luigi Genesio Icardi ha poi aggiunto: “Questa settimana incontreremo le organizzazioni sindacali agricole per fare il punto sugli sviluppi della situazione sanitaria. Serve la collaborazione di tutti gli operatori del settore per offrire la massima protezione alla filiera produttiva del comparto suinicolo”.

Cos’è la peste suina africana e quali rischi ci sono

Nella nota della Regione Piemonte viene spiegato anche cos’è la peste suina africana, cosa comporta la sua presenza sul territorio italiano e quali rischi ci sono.

Si tratta di una “malattia infettiva altamente contagiosa, tipicamente emorragica, causata da un virus appartenente al genere Asfivirus che colpisce solo i suidi domestici e selvatici causando un’elevata mortalità. Non si trasmette all’uomo, quindi non ci sono rischi per la popolazione. Il virus è molto stabile, rimane infettante per diverse settimane anche nelle carcasse abbandonate sul territorio viene inattivato solo dalla cottura e da specifici disinfettanti”.