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Perché Zerocalcare ha scelto Biella come location della serie tv

Il fumettista Zerocalcare, autore della serie 'Strappare lungo i bordi' che sta spopolando su Netflix, ha spiegato la scelta di Biella come location

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La serie di Zerocalcare

Su Netflix, nella giornata di mercoledì 17 novembre 2021, è stata pubblicata la prima serie tv d’animazione firmata dal fumettista Zerocalcare (pseudonimo di Michele Rech), intitolata “Strappare lungo i bordi“. La serie tv è subito diventata un “caso”: tantissimi, infatti, sono i commenti positivi e le citazioni sui social network.

La trama di “Strappare lungo i bordi”, serie tv di Zerocalcare: spoiler

La serie tv d’animazione di Zerocalcare, “Strappare lungo i bordi” (il titolo è una citazione a una frase pronunciata dallo stesso Zerocalcare in un episodio), è suddivisa in 6 puntate, la cui durata oscilla dai 16 ai 23 minuti.

Sul sito di Netflix, la serie tv d’animazione “Strappare lungo i bordi” di Zerocalcare è presentata in questo modo: “Un fumettista romano la cui coscienza prende le forme di un armadillo (l’animale è doppiato da Valerio Mastandrea, ndr) riflette sulla sua vita e un amore mancato mentre con due amici si reca fuori città”.

Il viaggio intrapreso dal personaggio di Zerocalcare e dai suoi due amici Sarah e Secco ha come destinazione finale la città di Biella, dove si tengono i funerali della loro amica Alice.

Perché la serie “Strappare lungo i bordi” è ambientata a Biella

La scelta della città di Biella merita una spiegazione: Zerocalcare, infatti, in realtà non è mai stato nella città piemontese. Lo stesso fumettista ha spiegato a ‘La Stampa’ che la serie tv “ricalca cose successe davvero, ma in un’altra città. Ho usato Biella per evitare dei riferimenti troppo precisi a una storia molto dolorosa”.

Ma perché la scelta è ricaduta proprio sulla città piemontese? La spiegazione di Zerocalcare: “La scelta è ricaduta su Biella in maniera quasi casuale. Nel senso che avevo sentito dei biellesi che ne parlavano come la città in cui ‘si muore dentro’, ma erano chiacchiere da bar”.

Nel corso di diverse interviste e anche nei suoi fumetti, Michele Rech ha sempre raccontato di avere molte resistenze a lasciare Rebibbia, il “suo” quartiere a Roma. Proprio lì, all’esterno della fermata della Metro B, è possibile trovare un suo murale in cui si legge: “Welcome to Rebibbia” e “Qui ci manca tutto, non ci serve niente”.