Palermo, la demolizione di un ponte del XIV secolo è un caso
Il ponte Garziolo è un viadotto medioevale distrutto durante i lavori di ammodernamento della SS121. Le associazioni culturali siciliane però protestano
In provincia di Palermo la demolizione di un ponte medioevale sta facendo molto discutere. Secondo l’Anas la sua distruzione era necessaria per proseguire i lavori di ammodernamento della Strada Statale 121, secondo alcune associazioni, invece, si poteva evitare.
Proteste per la demolizione del ponte Garziolo
In questi giorni due comuni della Sicilia, Mezzojuso e Ciminna, che si trovano nella provincia di Palermo stanno facendo molto parlare per quanto riguarda la distruzione di un ponte. Si parla del ponte Garziolo, un’opera costruita nel XIV secolo per attraversare il torrente Azziriolo. La struttura è stata demolita dall’Anas che sta effettuando nella zona attività di sistemazione idraulica dei principali corsi d’acqua che sono coinvolti nel progetto di ammodernamento della strada statale 121 (SS121). La strada statale 121 è il principale e più antico collegamento stradale tra le due maggiori città della Sicilia, ovvero Palermo e Catania. Il ponte era stato costruito nel trecento in pietra da taglio con un’unica arcata aveva la caratteristica forma nota come “a schiena d’asino” perché per il profilo arcuato richiama quello della schiena di un asino. La forma molto ricurva e a tutto sesto, infatti, permette l’attraversamento di fiumi senza l’ausilio di piloni intermedi. Il ponte si trova anche nominato in uno storico libro edito a Palermo nel 1782 «Ordinazioni e regolamenti della deputazione del Regno di Sicilia, Cura de’ ponti e delle strade del Regno appoggiata alla deputazione».
A poco più di cinquecento metri da questo si trova anche un altro ponte costruito sempre negli stessi anni. Questo è noto come “Ponte della Spina o Leonessa” e permette di attraversare un affluente dell’Azziriolo e per ora non sembra dover essere demolito. Secondo l’associazione culturale BCsicilia la demolizione del ponte Garziolo poteva essere evitata. Alfonso Lo Cascio, presidente regionale di BCsicilia, infatti, ritiene che non ci sia stato rispetto nei confronti del nostro patrimonio storico e culturale della Sicilia. Così a nome dell’associazione ha presentato una denuncia-querela alla Procura di Termini Imerese. In particolare, le parole di Lo Cascio sono state riportate da TgCom24: “La distruzione di un antico ponte dimostra totale insensibilità verso la propria eredità culturale, e non vogliamo che la triste vicenda passi sotto silenzio. Per questo motivo chiediamo che si proceda all’accertamento delle responsabilità sulla demolizione di un manufatto di indubbia valenza storico-artistica e paesaggistica, soprattutto a tutela dei tanti attraversamenti che rischiano di fare la medesima tragica fine.”
La nota dell’Anas
L’Anas, la società del Gruppo FS Italiane che si occupa di infrastrutture stradali italiani ha subito risposto alle dichiarazioni fatte da Alfonso Lo Cascio di BCsicilia. Secondo la società, infatti, tutto è stato fatto seguendo la normativa e prima di procedere alla demolizione sono stati presentati i progetti di lavoro e acquisiti i permessi necessari.
Nello specifico l’Anas ha sottolineato che all’inizio la distruzione del ponte Garziolo non era prevista nel progetto originario dei lavori, ma è diventata indispensabile durante i lavori idraulici intrapresi. In particolare, lungo il torrente Azzirolo il ponte Garziolo è stato demolito per per prevenire rischi legati all’esondazione del torrente. Il Corriere del Mezzogiorno ha riportato la nota dell’Anas:“ La demolizione del ponte Garziolo, inizialmente non prevista nel progetto originario dei lavori Anas, si è resa necessaria nell’ambito degli interventi di sistemazione idraulica dei principali corsi d’acqua interessati dai lavori di ammodernamento in corso lungo la strada statale 121. […] Tale intervento prevedeva la demolizione del ponticello che peraltro, data la sua ridotta luce, in occasione degli eventi alluvionali del novembre 2018 aveva impedito il deflusso delle portate idrauliche, determinando l’esondazione del torrente e l’allagamento della carreggiata stradale”.
L’Anas aggiunge anche che per realizzare i lavori sono stati richieste le approvazioni alla soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Palermo, all’Autorità di Bacino competente e alla Conferenza dei Servizi. Ecco come continua la nota riportata dal Corriere: “In particolare la soprintendenza dei Beni culturali e ambientali di Palermo ha fornito il nulla osta nel mese di luglio 2021, mentre quello dell’Autorità di Bacino competente è stato recepito del mese di settembre dello stesso anno. La Conferenza dei Servizi, per l’approvazione di tali interventi, si è conclusa positivamente con l’emissione del Decreto di Intesa Stato-Regione datato 9 dicembre 2021”.
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