Ostia, nel carrello spunta una lettera d'amore del 1943: il testo
Una lettera d’amore del 1943 trovata nel carrello della spesa di un supermercato a Ostia rivela una storia di guerra e sentimenti dal passato
Nel tranquillo quartiere di Ostia Nuova, una semplice giornata di spesa si è trasformata in un viaggio indietro nel tempo. Una lettera scritta nel 1943, dimenticata chissà come, è riemersa da un carrello del supermercato, destando sorpresa e curiosità. Il ritrovamento ha scatenato una corsa contro il tempo per rintracciarne il proprietario e scoprire la storia nascosta tra le sue righe.
La scoperta della lettera del 1943 nel carrello a Ostia
Era un pomeriggio qualunque, quando Valentina, una donna di 36 anni laureata in antropologia culturale, ha deciso di fare spesa insieme alla figlia. Giunte al supermercato Effepiù di Ostia Nuova, all’ingresso, un dettaglio insolito ha catturato la loro attenzione.
In un angolo del carrello della spesa, piegato con cura, si trovava un foglio ingiallito dal tempo. A un primo sguardo, poteva sembrare un pezzo di carta senza valore, ma Valentina, incuriosita, ha deciso di aprirlo.
Quello che si è rivelato tra le sue mani non era affatto una banale cartaccia. Era una lettera datata 20 febbraio 1943, scritta da Luciana, una giovane studentessa di Modena. Le parole fitte, ordinate in una grafia elegante, raccontavano di un legame profondo e di un tempo segnato dalla guerra.
“Caro Tito, rispondo alla tua ultima. Scusa la carta poco elegante ma in questo momento non ne ho altra sottomano” così inizia la lettera, come riportato su ‘La Repubblica’. Ed ecco che proseguendo la lettura prendono vita speranze, emozioni e frammenti di vita quotidiana durante uno dei periodi più drammatici del Novecento.
Cosa c’era scritto nella lettera d’amore
“Avendo tu scritto che verrai a trovarmi fra qualche giorno non pensavo che intendessi poco meno di un mese. Visto che il qualche giorno va a finire ai primi di marzo rispondo a quest’ultima. Ma basta con risposte e lettere e cartoline”, prosegue la lettera.
Proseguendo la lettura, Luciana esprime la gioia per il ritorno del padre dalla Russia, dove gli italiani erano stati impegnati in una disastrosa campagna militare. Il tono, inizialmente formale, si ammorbidisce mano a mano, rivelando i sentimenti della giovane: “Finalmente mio padre da 7 giorni è con noi. Puoi immaginare la mia gioia e sarà completa quando anche Alberto [ndr. forse il fratello] sarà qui. Ma per ora non viviamo che di speranza”.
Il presente della guerra si alterna al futuro, con un chiaro riferimento a Tito e alla sua prossima visita : “Come ti va la vita? Che ne dici dell’inverno di Modena e di tutta questa neve? Io sto tutto il giorno in casa vicino alla stufa e a studiare naturalmente!”.
Nonostante le difficoltà del periodo, Luciana mostra un ottimismo inatteso e conclude con un invito: “D’accordo per la tua venuta a Modena per i primi di marzi salvo imprevisti, perché con mio papà di imprevisti del genere ne succedono più di uno ad ogni modo ti terrò informato. Tanti auguri per la tua nuova vita”.
Parole semplici, che evocano immagini di un amore nascente o forse di una profonda amicizia in un tempo sospeso tra paura e speranza. Valentina, colpita dalla delicatezza del contenuto, ha subito cercato di rintracciare il proprietario della lettera. Come ha spiegato ai dipendenti del supermercato, la sua intenzione era quella di restituire un oggetto che, per qualcuno, doveva avere un valore affettivo inestimabile.
Dopo aver chiesto informazioni in loco senza successo, Valentina ha deciso di utilizzare i social media, pubblicando un annuncio accompagnato da una foto della lettera. Il suo appello invitava chiunque avesse informazioni a farsi avanti: “Mi piacerebbe ritrovare il proprietario e restituirgli questo bellissimo ricordo. Sicuramente è caduta dalla tasca o dal portafogli di qualcuno che teneva molto a questa lettera, per portarla sempre con sé”.
Il mistero del messaggio rimane irrisolto: com’è finita questa lettera nel carrello della spesa? Chi è oggi Tito? E Luciana, che ruolo ha avuto nella sua vita? Forse un parente, un collezionista o un semplice passante l’ha smarrita. Quel che è certo è che le sue parole, cariche di umanità e speranza, sono riuscite a emozionare anche dopo ottant’anni.
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