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Napoli, il giallo del crocifisso montato al contrario

Il mistero del crocifisso montato al contrario: i comitati del Borgo degli Orefici, a Napoli, chiedono l'intervento della Soprintendenza per fare chiarezza

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Il giallo del crocifisso al contrario

Il crocifisso ligneo del Settecento che veglia da secoli sulla Piazzetta Orefici, nel cuore di Napoli, è stato montato al contrario: la denuncia arriva dai comitati civici e dai residenti, che hanno chiesto l’intervento della Soprintendenza. Il crocifisso di Borgo Orefici, che protegge gli abitanti del quartiere dal 1839, sarebbe stato “montato alla rovescia”.

Il caso: il crocifisso montato al contrario

Il crocifisso di Borgo Orefici potrebbe essere stato “girato” in occasione del primo restauro, avvenuto nel 1877, oppure nel corso dei più recenti lavori di ristrutturazione che hanno interessato la piazza.

Quel che è certo è che non è stato troppo semplice accorgersi del cambio di orientamento del crocifisso ligneo: si tratta infatti di una rappresentazione “double face”, che permette di ammirare il Cristo sia dal davanti sia dal retro dell’edicola votiva.

Il “capovolgimento” è stato notato a partire dalla posizione delle gambe del Cristo, che una volta erano orientate nella direzione opposta, come dimostrato da alcune foto degli anni Settanta.

“Lo hanno montato alla rovescia”, ha commentato Antonio Pariante, presidente del Comitato Santa Maria di Portosalvo, nato per la salvaguardia dell’omonima Chiesa capolavoro del Cinquecento e del patrimonio storico e artistico di Napoli.

È stato subito richiesto l’intervento della Soprintendenza, perché il Gesù che protegge gli abitanti del Borgo degli Orefici ormai da secoli è parte integrante della piazza, della vita e del sentire della comunità.

Il Cristo di Borgo Orefici si trova su un basamento in calcestruzzo armato su cui sono rappresentati i simboli della Passione e veglia sulla piazzetta, nel centro storico della città dai mille segreti, protetto da una copertura in rame battuto.

L’opera fu donata al quartiere dalla famiglia Di Roberto nel 1839: il Cristo è da allora il simbolo del Borgo Orefici, lo storico rione del quartiere Pendino in cui nacque la “Nobile Arte degli Orefici”. Tra le strette vie del Borgo, ricco di botteghe artigiane sin dal Medioevo, sono stati realizzati importanti gioielli e arredi sacri, tra cui le statue del tesoro di San Gennaro.

La leggenda del crocifisso di Borgo Orefici

La leggenda popolare risale all’Ottocento e racconta di una miracolosa guarigione ad opera del crocifisso ligneo simbolo della Piazzetta degli Orefici. Allora, nel 1839, Francesco Di Roberto, un commerciante di pietre preziose, si trovava con suo fratello Salvatore nelle campagne di Afragola per una passeggiata rinfrescante in un’afosa giornata estiva.

Salvatore Di Roberto soffriva di violenti attacchi d’asma, ma quando per caso la carrozza che portava i due fratelli si fermò di fronte a un crocifisso di legno piazzato in un viottolo secondario, la malattia scomparve.

Perciò i due fratelli decisero di donare la preziosa effige sacra alla comunità, e chiesero che fosse posta nella piazza centrale del Borgo degli Orefici, dove ancora oggi è vivo il culto del Cristo, che si crede protegga dai problemi respiratori.

I misteri che avvolgono il Cristo sono molteplici, a partire dal suo essere “doppio”: non si sa per esempio come il crocifisso sia stato portato in piazza, né quando abbia effettivamente cambiato di posizione.

Quel che è certo è che l’opera venne realizzata in seguito alla violenta epidemia di peste che colpì Napoli nel Seicento, e che è ancora oggi oggetto di devozione da parte dei residenti e di un gran numero di pellegrini che arrivano al Borgo degli Orefici per ottenere la protezione del Gesù. Voltato dall’altra parte però, questo è il timore dei fedeli, il Cristo della piazzetta potrebbe non essere più efficace come un tempo.