A Monza la prima carne vegetale al 100 per 100
Si chiama "beyond polpetta" ed è la prima carne realizzata con ingredienti rigorosamente green. A lanciarla sul mercato, è il locale "Paulpetta" di Monza
Si chiama “beyond polpetta” ed è la prima carne vegetale al 100 per cento che potrete consumare in Italia, precisamente a Monza.
A lanciare la polpetta “green” è stato infatti “Paulpetta”, un locale della nota città lombarda che si è ispirato ad una novità proveniente dall’America. Gestito da Viviana Veronesi, il ristorante è nato con l’intento di valorizzare una delle ricette cardine della cucina brianzola, la polpetta appunto: nel loro menù, ne sono presenti ben 14 versioni, incluse la messicana, la greca e la libanese.
Da poco ha fatto capolino tra queste ricette rigorosamente “carnivore” anche la nuova “beyond polpetta”, realizzata interamente con ingredienti vegetali. Il prodotto arriva da un’azienda americana, la Beyond Meat di Los Angeles, che dal 1° maggio ne realizza anche una parte in esclusiva per l’Italia. Di cosa sono composte le polpette vegetali? Solo proteine di piselli, succo di barbabietola (per dare il colore) e olio di cocco.
Un’iniziativa encomiabile, che fa bene non solo alla dieta dei consumatori, ma anche all’ambiente. La “beyond polpetta”, secondo i suoi inventori, consente infatti la riduzione degli allevamenti intensivi di animali e delle emissioni di CO2 in atmosfera. Per produrla sarebbero inoltre ridotti i consumi di acqua (-99%), suolo (-93%) ed energia (-50%).
A livello nutrizionale, invece, non contiene glutine, soia e Ogm. Durante la cottura la beyond polpetta non si distingue da quelle tradizionali, ed è adatta non solo ai vegani, ma a chiunque voglia introdurre un alimento alternativo all’interno della propria dieta. I primi test sui clienti, spiegano dal ristorante di Monza, sono stati più che positivi: nonostante la diversa preparazione, il gusto e il sapore non ne risentono affatto.
Il ristorante “Paulpetta“, ad ogni modo, era già noto a Monza per il grande interesse da sempre dimostrato per le questioni di carattere etico e sociale. Nato nel 2015, il locale può oggi contare su un cuoco, un aiuto cuoco e altri collaboratori: si tratta per lo più richiedenti asilo che, in accordo con un’associazione, sono arrivati dopo uno stage di formazione ad hoc. In sala lavorano invece due persone, a corredo di un team vincente che spera di aprire un altro locale a Milano nel 2020.
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