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A Milano è vietato entrare nei parchi e sostare sotto agli alberi

A Milano, in seguito al recente violento nubifragio che ha fatto crollare tantissimi alberi, una ordinanza sindacale ha stabilito nuovi divieti

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A Milano, fino al 31 agosto 2023 sarà vietato entrare nei parchi chiusi e sostare sotto alberi e piante. Lo ha stabilito un’ordinanza emanata “per ragioni di sicurezza” dal Comune di Milano in seguito al violento nubifragio che si è abbattuto sulla città di Milano nella notte tra lunedì 24 e martedì 25 luglio e in considerazione della possibilità di nuove allerte meteo (come quella gialla emessa per il pomeriggio di sabato 29 luglio fino alla mattinata di domenica 30), per ragioni di sicurezza.

Cosa stabilisce l’ordinanza del Comune di Milano

L’ordinanza sindacale si è resa necessaria “per prevenire potenziali pericoli e preservare l’incolumità delle persone“. Stabilisce, fino al 31 agosto del 2023, la chiusura al pubblico dei parchi recintati. Non solo: per tutte le altre aree verdi è consentito l’accesso ma è vietato sostare in prossimità o sotto alberi e piante che presentino evidenti segni di danneggiamento. Nel caso in cui ci sia allerta meteo per temporali, piogge, vento o grandine, inoltre, il divieto di frequentazione delle aree verdi è esteso anche a quelle non chiuse.

Per quanto riguarda le attività commerciali presenti in prossimità di aree verdi, come bar e ristoranti con plateatici e dehor, l’ordinanza ha chiesto di segnalare in modo tempestivo alla Protezione civile possibili pericoli riscontrabili a vista e, in caso di alberi, piante, rami danneggiati, di non usare i plateatici in quelle aree.

Nell’ordinanza è stato precisato che le aree in cui si svolgono i mercati sono escluse perché già oggetto di verifica specifica da parte dell’Amministrazione comunale. Gli agenti della Polizia locale saranno in servizio per informare cittadini e cittadine e allo scopo di far rispettare l’ordinanza.

Che fine faranno gli alberi caduti di Milano

Il violento nubifragio che si è abbattuto sulla città di Milano nella notte tra il 24 e il 25 luglio ha fatto crollare in terra centinaia, forse migliaia di alberi. Gli alberi abbattuti sono stati portati nel deposito della Protezione Civile di via Novara e in quattro aree allestite dal Nucleo Intervento Rapido (Niur) del Comune di Milano. Ma che fine faranno poi?

Interpellato sulla questione dall’agenzia ‘AGI’, il Comune di Milano ha risposto che “si sta valutando la possibilità di riutilizzare il legno e non come rifiuto“. Qualunque sia la scelta, è stato precisato che a decidere sarà esclusivamente Palazzo Marino e non AVR, la società a cui è stata data in appalto la manutenzione delle aree verdi della città di Milano.

La possibilità che il Comune di Milano non utilizzi il legno come rifiuto implica, tra le varie conseguenze, anche non prendere in considerazione l’ipotesi che lo si trasformi in combustibile.

L’arboricoltore e agronomo Alessandro Pestalozza ha spiegato all”AGI’: “La procedura seguita di solito per gli alberi in questi casi è biotriturare il materiale e destinarlo a un centro di compostaggio. Si esegue il procedimento della cippatura da cui si ricava il cippato, cioè il legno sminuzzato che può essere utilizzato come combustibile alternative alle fonti energetiche non rinnovabili. La cippatura è una pratica virtuosa per l’ambiente anche perché la percentuale di anidride carbonica che produce è poca”.

L’esperto ha poi aggiunto: “L’ideale sarebbe che un albero muoia nel suo ambiente rientrando lentamente nei cicli della foresta e non sotto la spinta di eventi gravissimi come quelli che vediamo in questi giorni”.

L’agronoma Elisabetta Panino ha sottolineato che “non è però solo l’evento climatico estremo” a far cadere gli alberi, in quanto “un peso ce l’ha senz’altro anche la manutenzione del verde”. Elisabetta Panino ha aggiunto: “Abbiamo anche visto che alcuni alberi hanno resistito meglio. Nel nubifragio di Milano, per esempio, i bagolari sono rimasti in piedi”.