Milano come Giza: il mistero delle piramidi di Montevecchia
Immagini catturate dall'alto confermano che nel cuore della Lombardia ci sono strutture piramidali, testimonianza di antichi insediamenti
Nell’ampia territorio verdeggiante di Valcurone, poco distante da Lecco e ad appena 40 chilometri da Milano, sono state individuate delle colline molto particolari. Dopo un’accurata analisi, scaturita da un’intuizione seguita all’attenta osservazione di immagini aeree e satellitari, è stata fatta una scoperta sensazionale. Nella zona agricola del comune di Rovagnate, nascoste da alberi e terreni coltivati, si nascondono delle piramidi incastonate nel piccolo villaggio di Montevecchia.
La scoperta risale al 2001 quando l’architetto Vincenzo De Gregorio ne scoprì l’esistenza grazie alle immagini dall’alto. Da allora appassionati di mistero si recano in pellegrinaggio in questi luoghi così densi di suggestione. La forma e l’inclinazione regolare non lasciano dubbi. A poca distanza una dall’altra, nel parco regionale che si sviluppa in questi luoghi, ci sono numerose piramidi e la disposizione di almeno tre di esse, secondo le ipotesi avanzate da alcuni studiosi ma ancora tutte da avallare, ricorderebbe quella delle più famose piramidi egiziane di Cheope, Chefren e Micerino e quindi anche la disposizione delle stelle che formano la cintura di Orione, da sempre ritenute collegate alle costruzioni piramidali egiziane.
Tenendo conto che questa zona è stata abitata fin dal IV secolo a.C. da popolazione celtiche è facile immaginare che tali colline modificate dalla mano dell’uomo, che superano i 50 metri di altezza, fossero stati costruiti per scopi religiosi o per osservazioni astronomiche. Gli usi e costumi della popolazione indoeuropea eliminerebbe ogni dubbio: i celti, infatti, erano soliti costruire i propri luogo di culto proprio sulla cima delle colline.
Più che una vera e propria costruzione da zero è molto probabile che le antiche popolazioni abbiano rimodellato le colline secondo i propri scopi, dando loro la tipica forma che tante suggestioni ha suscitato negli studiosi e negli appassionati che si sono interessati al caso. Alla base si possono ancora scorgere le rovine dell’antica cerchia muraria difensiva che evidentemente circondava le piramidi e che non fa altro che confermare l’importanza che questi luoghi, migliaia di anni fa, dovevano avere per i popoli che decisero di stanziarvisi.
Se gli studi dovessero confermare eclatanti somiglianze con le colossali piramidi che arricchiscono il panorama della periferia de Il Cairo si aprirebbero interessanti prospettive sul ruolo che l’antico Egitto ha sostenuto nella cultura europea. Gli egiziani erano soliti ricreare i disegni delle costellazioni per consentire ai defunti di trovare facilmente la strada giusta verso le stelle e se si dimostrasse che tale usanza era già praticata in Italia contemporaneamente all’ascesa della cultura romana, si potrebbero aggiungere nuovi interessanti tasselli a quei luoghi ritenuti di scarso interesse, non ancora meritevoli di entrare nei libri di storia come importanti testimonianze di un affascinante passato.
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