A Milano c'è un campo da Tennis in una chiesa del sedicesimo secolo
Un campo da tennis in una chiesa. Schiacciate e volée realizzate in quello che un tempo era un luogo di culto, con tanto di racchetta e, perché no, vestiti di tutto punto, con tenuta da tennista. Succede a Milano, nella chiesa di San Paolo Converso, secolarizzata negli ultimi anni del sedicesimo secolo. Qui, l’artista americano Asad Raza ha tramutato l’area solitamente dedicata alle preghiere e alla contemplazione in un luogo dove scambiarsi giocate tennistiche. Al posto delle omelie il suono ipnotico delle palline da tennis colpite dalla racchetta.
I visitatori della mostra intitolata Untitled (plot for dialogue) si scambiano passaggi tra gli affreschi di Giulio e Antonio Campi sotto la supervisione di giovani allenatori. Campo arancione, rete e scarpe da tennis, giocate che mimano i gesti atletici di Wimbledon sotto le immagini del miracolo e il martirio di San Paolo Apostolo. Tra uno smash e un ace si risponde all’arte cinquecentesca di Milano sorseggiando tè al gelsomino in un’ambientazione surreale.
Ma qual è il messaggio nascosto che l’artista di New York ha voluto veicolare con una installazione tanto curiosa e spiazzante? Raza è partito riflettendo dalla corsa, velocissima, che effettua una pallina da tennis su un campo. Il rimbalzo – secondo il suo punto di vista – produce una sospensione, quasi una meditazione. Una meditazione che deve spingere a riflettere sulla frenesia che impera sul nostro tempo. Una società che si concentra essenzialmente sull’arrivismo, sull’estremizzazione del lavoro e che perde il contatto con le attività ricreative, con l’empatia e la felicità di condividere, anche soltanto uno scambio di gioco in una partita di tennis.
L’installazione è visitabile fino al 16 dicembre, dalle 11 alle 19. A dare il benvenuto ai curiosi un team di allenatori, tutti giovani promesse del tennis italiano, scelti dall’artista americano dopo accurate selezioni. I ragazzi danno il benvenuto ai visitatori in una chiesa che raccoglie e restituisce in questi giorni una forte suggestione scaturita dal contrasto che emerge dalla visione di un campo da tennis incorniciato in una chiesa del Seicento.
Edificata dal 1549 al 1619 la chiesa di San Paolo Converso fu sconsacrata nel XIX secolo dopo un editto napoleonico. Nel tempo gli spazi un tempo dedicati al culto sono passati dall’essere un magazzino ad ospitare concerti fino a diventare un suggestivo studio di registrazione dove voci eterne come quelle di Mina e di Maria Callas hanno cantato.
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