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Caravella portoghese, una bagnante in terapia intensiva a Catania

Una bagnante sarebbe stata ricoverata in terapia intensiva a Catania in seguito alla puntura di una Caravella portoghese: cosa si sa su questa vicenda

Nei giorni scorsi era tornato a scattare l’allarme Caravella portoghese nei mari italiani e ora iniziano a vedersi le prime conseguenze: una persona sarebbe finita in terapia intensiva in seguito al contatto con questo sifonoro, spesso scambiato per una medusa.

Caravella portoghese: una persona in terapia intensiva in Catania

A riportare la notizia è il ‘Giornale di Sicilia’: proprio la presenza della Caravella portoghese nel mare siciliano avrebbe portato al ricovero, per una sua puntura al largo delle isole Ciclopi, di una bagnante, ora nel reparto di terapia intensiva dell’Ospedale Policlinico San Marco di Catania.

Al momento, non si conoscono ulteriori informazioni sullo stato di salute della bagnante. Quel che si sa, però, è che la puntura di una Caravella portoghese può essere molto pericolosa: l’Università di Catania ha inserito la Caravella portoghese “tra le specie marine più pericolose che un bagnante può incontrare nel nostro mare”, dal momento che questa particolare specie è in grado di “provocare reazioni molto gravi nell’uomo, fino, in casi estremi, alla morte”.

Dove è stata avvista la Caravella portoghese in Italia

La stessa Università di Catania ha condotto una ricerca assieme all’Università di Palermo e all’Istituto di Scienze Marine dell’Andalusia per far chiarezza sulla presenza della Caravella portoghese nel Mar Mediterraneo: dalle analisi condotte su alcuni reperti storici delle collezioni zoologiche dei musei di Storia naturale è emerso che la Caravella portoghese, specie oceanica che vive al largo, particolarmente comune nelle fasce subtropicali e tropicali degli oceani Atlantico, Indiano e Pacifico, è in realtà sempre stata presente anche nel Mediterraneo. Prima di questo studio, invece, si riteneva che la sua presenza nel nostro mare risalisse a tempi relativamente recenti.

Nella scorsa stagione estiva, un esemplare di Caravella portoghese era stato rinvenuto sulla spiaggia di Capo Peloro, a Messina. Quest’anno, invece, questa particolare specie marina è stata avvistata al largo della Sicilia, della Sardegna e a Reggio Calabria (più precisamente a Villa San Giovanni).

Cos’è la Caravella portoghese e perché è pericolosa

A questo punto, è doveroso far ulteriore chiarezza su cos’è la Caravella portoghese e perché è così pericolosa: generalmente scambiata per una medusa, la Caravella portoghese è un sifonoro, cioè una specie animale nata dall’aggregazione di individui specializzati di 4 tipi diversi (gli zooidi), che sono collegati e fisiologicamente integrati tra loro al punto tale da essere reciprocamente dipendenti l’uno dall’altro per la loro stessa sopravvivenza. Il nome deriva dal suo aspetto, simile a una caravella che naviga nel mare a vele spiegate.

Ciò che consente alla Caravella portoghese di galleggiare è la sua sacca galleggiante colma di gas, di lunghezza variabile tra i 9 e i 30 centimetri e alta fino a un massimo di 15 centimetri. Questa sacca è trasparente, con tinte di color blu, viola, rosa oppure malva.

I tentacoli della Caravella portoghese sono lunghi solitamente circa 10 metri, ma in alcuni esemplari possono raggiungere anche i 30 metri. Sono fortemente urticanti: le nematocisti di questi tentacoli, infatti, contano più di 10 tipologie diverse di veleno. Nell’uomo, la puntura di una Caravella portoghese provoca generalmente forte dolore (che, solitamente, scompare dopo circa un’ora) e ferite (piaghe arrossate, che durano in genere tra i 2 e i 3 giorni). Più raramente le conseguenze di una puntura di Caravella portoghese possono essere più gravi, addirittura fino alla morte in alcuni casi.