Mare della Toscana, scatta l'allarme: "Vicino al limite"
Il mare della Toscana è sempre più vicino al limite, tra specie invasive, inquinamento e cambiamenti climatici che ne minacciano l'equilibrio
Il mare della Toscana affronta una crisi crescente: i cambiamenti climatici e le attività umane stanno alterando il fragile equilibrio del suo ecosistema. L’allarme arriva dalla professoressa Letizia Marsili, docente dell’università di Siena ed esperta di biologia marina, che sottolinea l’urgenza di intervenire per evitare conseguenze irreversibili.
Perché il mare della Toscana è vicino al limite: un allarme da affrontare subito
Durante un evento dedicato alla laguna di Orbetello, la professoressa Letizia Marsili ha analizzato la condizione attuale del mare della Toscana. In un’intervista al ‘Corriere della Sera’, ha spiegato che, nonostante l’inverno porti un momentaneo sollievo, “con l’innalzamento della temperatura nei prossimi mesi tornerà ad affacciarsi una situazione difficile”.
Secondo la professoressa: “Ormai la laguna sta vivendo un fenomeno di vera e propria tropicalizzazione. Il microclima sale, favorisce la proliferazione delle alghe che a loro volta si mangiano l’ossigeno di cui si alimentano le specie ittiche autoctone. E la decomposizione peggiora ancora la situazione. Un fenomeno che si autoalimenta”.
Dagli studi condotti risulta che “la temperatura delle acque sale di 0,4 gradi ogni dieci anni, il doppio della media degli oceani. Il risultato è la sostituzione di specie ittiche tropicali a quelle abituali”.
Un altro problema significativo riguarda l’inquinamento, visibile soprattutto nelle aree dove i grandi fiumi sfociano nel mare. “Sì, succede ovunque sbocchino i grandi fiumi. Compreso il Po. Un aspetto particolarmente evidente è quello della plastica, ma ce ne sono di altrettanto pericolosi”, ha precisato Marsili.
Come sottolinea la professoressa, tale situazione è il risultato di una combinazione di diversi fattori, quali il riscaldamento globale e l’impatto diretto delle attività umane, come l’utilizzo di nutrienti nei sistemi di allevamento: “Molto dipende dal riscaldamento globale ma ancora si può agire direttamente sulle acque e sulla gestione complessiva delle attività umane”.
Cambiamenti climatici e specie invasive: le minacce al mare della Toscana
Un aspetto emblematico della crisi riguarda l’arrivo e la proliferazione di specie esotiche, conseguenza diretta dell’aumento delle temperature. Tra queste, il granchio blu rappresenta una delle minacce più serie.
“Ormai il granchio classico non si trova quasi più, neppure per farlo vedere ai nostri studenti. La specie blu lo sta soppiantando una velocità incredibile, è molto più prolifica e ha una capacità predatoria straordinaria: non solo divora le vecchie specie, ma gli sottrae le prede abituali”, ha spiegato Marsili.
Questo fenomeno non è limitato alla costa toscana ma interessa tutto il Mediterraneo, che è particolarmente vulnerabile rispetto agli oceani per la sua ridotta estensione. Come sottolinea l’esperta, tuttavia il “Tirreno sta ancora meglio rispetto al Mar Ligure o all’Adriatico”.
Per affrontare la crisi, la professoressa Marsili ha ribadito la necessità di azioni coordinate e a lungo termine. “Serve un’azione di lungo periodo, da parte di tutte le organizzazioni cui è devoluto il benessere della laguna”.
Interventi mirati potrebbero fare la differenza: “Occorrono strategie di mitigazione dei nutrienti che vanno ad alimentare anche la proliferazione delle alghe. Azoto, fosforo e altri elementi utilizzati negli allevamenti di pesce diventano a loro volta un inquinante, che compromette l’equilibrio complessivo”, ha dichiarato.
Nonostante la diagnosi sia impietosa, rimane uno spiraglio di speranza: “Il mare della Toscana merita ancora la sufficienza, ma attenzione perché siamo al limite del non ritorno: un passo in più e rischiamo di perdere tutto”, ha concluso Letizia Marsili.
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