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Mare caldo, orate e cozze: scatta l'allarme a La Spezia

Mare caldo e siccità mettono a rischio la storica coltivazione dei "muscoli" di La Spezia: le orate, sempre più grandi e voraci, stanno decimando i mitili

Muscoli di La Spezia: è allarme clima

Le reti dei muscolai galleggiano vuote in superficie già da qualche giorno: il mare del Golfo di La Spezia è diventato troppo caldo, e le cozze stanno scomparendo.

È “colpa” delle orate, predatori che rispondono alle alte temperature aumentando attività e metabolismo: sempre più grandi e voraci, le orate stanno così decimando la popolazione dei “muscoli” di La Spezia, le saporite cozze che sono tra le eccellenze più riconosciute e amate del territorio.

Allarme per i muscoli di La Spezia

Tra il parco delle Cinque Terre e quello del Magra, nel mare di Lerici e Portovenere, quella dell’allevamento e della coltivazione dei muscoli è una tradizione che risale alla fine dell’Ottocento, che i muscolai spezzini portano avanti da generazioni seguendo gli antichi metodi tramandati di padre in figlio.

Nella zona delle Cinque Terre, tra i siti UNESCO che rischiano di scomparire tra meno di cento anni, sono circa un centinaio gli operatori impegnati nella coltivazione dei muscoli, per una produzione che raggiunge i 20mila quintali l’anno. Le speciali cozze di La Spezia sono un prodotto tipico reso unico dalle particolari condizioni climatiche del Golfo, che consentono la crescita di mitili particolarmente gustosi, oltre che ricchi di vitamine e sali minerali.

I muscoli di La Spezia sono un’eccellenza assoluta del territorio che rischia di scomparire, e quella denunciata dalla Cooperativa dei mitilicoltori spezzini è un’emergenza immediata, che sta già provocando gravi perdite al comparto.

La responsabilità ultima, ancora una volta, è del riscaldamento globale: il cambiamento climatico sta facendo sentire i suoi devastanti effetti in tutto il Paese, le acque del Po sono diventate salate, le Alpi si stanno trasformando molto velocemente e le specialità dei nostri territori rischiano di sparire.

Temperature troppo alte e siccità stanno mettendo a rischio anche i mitili del Golfo di La Spezia: la temperatura del mare è salita di 5 gradi in un mese, e l’assenza di piogge ne sta aumentando la salinità. Il particolare equilibrio che consentiva l’antica e fiorente attività di allevamento e pesca di ottimi muscoli sembra essersi spezzato.

Mare caldo: gli effetti su cozze e orate

Le altissime temperature, almeno due gradi oltre la media stagionale, hanno sortito un effetto immediato su un predatore ben noto ai pescatori del Golfo: l’orata.

“In queste condizioni il metabolismo delle orate aumenta”, spiega Federico Pinza, direttore della Cooperativa mitilicoltori spezzini: le orate – complici il caldo e l’aumentata salinità delle acque – sono diventate più grandi e voraci, e stanno distruggendo gli allevamenti di cozze.

“Nei vivai fuori dalla diga foranea del porto stiamo perdendo quintali di prodotto ogni giorno”, continua Pinza su ANSA. In Prefettura è stato già aperto il tavolo di crisi, insieme a Capitaneria di Porto e Comune, per chiedere l’intervento immediato di Regione e Ministero per risolvere un’emergenza definita da più parti “senza precedenti”. Già nel 2003 ci furono problemi legati alla stagione troppo calda, ma la crisi di quest’anno appare già più grave agli occhi di operatori ed esperti.

La proposta è quella di concedere permessi aggiuntivi ai pescatori professionisti, che consentano di pescare con la cianciola, l’unico metodo che potrebbe riuscire a contenere la voracità delle orate nelle acque del Golfo – troppo limpide per “nascondere” le reti dei pescatori agli occhi dei pesci.

L’emergenza, però, non si esaurisce con il contenimento dei predatori: l’aumento generale delle temperature, insieme alla mancanza di pioggia, rende le acque del Golfo di La Spezia inadatte alla sopravvivenza dei muscoli. I mitili iniziano a sperimentare delle gravi carenze di nutrimento, a causa della scarsa ossigenazione delle acque, e vanno in sofferenza a causa del troppo caldo.

L’unica soluzione reale al problema, secondo i mitilicoltori spezzini, sarebbe un bel po’ di pioggia: l’acqua dolce abbasserebbe le temperature e darebbe un po’ di ossigeno al mare, consentendo almeno alle cozze di alimentarsi e prosperare – orate permettendo. “Se l’acqua stagna è un disastro”, conclude Pinza, “non vorremmo trovarci ad agosto a dover razionare la consegna ai clienti”. Come in buona parte del Paese, anche a La Spezia si aspetta la pioggia.