La "Maestà sofferente": l'enorme donna trafitta in piazza Duomo a Milano
L'imponente installazione è comparsa in piazza Duomo a Milano in occasione della Design Week 2019 e sta già facendo molto parlare di sé
La Design Week significa avanguardia, ma anche stupore grazie alle tante iniziative che coinvolgono il Salone del Mobile e il Fuorisalone con una serie di eventi diffusi per Milano e in particolare nei distretti del design.
Sono numerose le installazioni scenografiche che stupiranno chi girerà per Milano nel corso della settimana del Salone 2019, come quella che ha fatto la sua comparsa in piazza Duomo.
Si tratta di una poltrona con le fattezze di un corpo femminile, che viene trafitta da centinaia di frecce. Le dimensioni sono imponenti infatti è alta otto metri. E il nome mira a colpire tanto quanto la grande installazione: è infatti la “Maestà sofferente” un’opera realizzata contro la violenza sulle donne che ha scatenato un acceso dibattito.
L’autore è Gaetano Pesce, scultore architetto e designer italiano, che l’ha realizzata prendendo come base il modello della poltrona Up5&6 che lo stesso artista pensò già 50 anni fa. Già allora l’intento era quello di ricordare il corpo femminile e la catena che legava la parte principale a una palla (che poteva essere utilizzata come pouf) stava ad indicare i pregiudizi subìti dall’universo femminile. Oggi vuole essere un grido contro la violenza perché “la donna è ancora più minacciata di allora” si legge nella didascalia.
E se uno degli scopi dell’arte è quello di far parlare di sé indubbiamente la “Maestà sofferente” ha colto nel segno. Infatti turisti e passanti incuriositi creano una piccola folla alla base della scultura, fra chi ne approfitta solo per un selfie e chi invece cerca di capirne di più. Non sono mancate le critiche, che esulano dal giudizio estetico, per porre l’accento sul fatto che sono in molti a pensare che la scultura non centri l’obiettivo.
“L’opera fallisce in un triplice senso”, hanno affermato le attiviste di “Non una di meno – Milano”, l’organizzazione nata dal basso impegnata per i diritti del genere femminile. Fallisce perché “non rappresenta la donna”, il corpo è trasformato in oggetto inerte; “non rappresenta la violenza”, che si accanisce proprio su volto e mani, che mancano nella scultura; e infine non rappresenta “il fatto che ad agire sono proprio gli uomini più prossimi alla donna”, mariti, ex, amanti.
E la “Maestà sofferente” è una delle tante installazioni che si possono ammirare e scoprire in giro per Milano durante la Design Week 2019.
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