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Leonardo e il mistero della pianta di Imola: anticipò il futuro

Il mistero della pianta di Imola di Leonardo da Vinci: una mappa realizzata dal Genio in maniera così dettagliata da anticipare le tecniche del futuro

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Leonardo da Vinci

C’è un nuovo mistero che riguarda Leonardo da Vinci, una delle menti più brillanti ed enigmatiche della storia: stavolta sotto la lente d’ingrandimento è finita “La pianta di Imola“, un disegno del Genio che rappresenta uno dei massimi esempi in fatto di tecniche cartografiche.

Il mistero della pianta di Imola di Leonardo Da Vinci

La pianta di Imola” è al centro della 63esima Lettura Vinciana, appuntamento annuale nell’ambito delle celebrazioni leonardiane della Città di Vinci, in provincia di Firenze. Nel 1502 Cesare Borgia affidò a Leonardo il compito di ispezionare le difesa della Rocca Sforzesca come ingegnere militare: il Genio disegnò una mappa aerea dettagliata e fedele di Imola.

In occasione della Lettura Vinciana, sarà possibile provare a scoprire come fece Leonardo a riprodurre in maniera così fedele la pianta della città romagnola: Andrea Cantile, docente di Cartografia storica per il paesaggio, avrà il compito di rispondere ai tanti quesiti che riguardano “La Pianta di Imola”.

In molti, da anni, si chiedono quali fossero le conoscenze di Leonardo che gli hanno permesso di realizzare un capolavoro topografico di tale magnificenza. Altri, invece, vorrebbero sapere per quale motivo la pianta è stata inserita in una circonferenza con 64 raggi. Da chiarire, inoltre, come abbia fatto il Genoa a disegnare una carta così dettagliato con le tecnologie dell’epoca, anticipando di fatto le tecniche del futuro.

La storia della mappa di Leonardo da Vinci

Come detto fu Cesare Borgia a commissionare a Leonardo da Vinci la realizzazione di una mappa di Imola per motivi militari. Il Genio raggiunse la città romagnola nell’autunno del 1502, quando era un campo militare. La Rocca Sforzesca aveva dovuto fare i conti con diversi lavori di ammodernamento cominciati dopo il passaggio agli Sforza di Imola, città che vanta alcuni dei capolavori dei Luoghi del Cuore FAI.

Con la conquista avvenuta da parte di Cesare Borgia, la Rocca aveva riportato importanti danni strutturali: Leonardo si occupò anche di progettare un lavoro di ricostruzione strutturale della fortezza imolese che tuttavia non venne mai realizzato.

Prima di concentrarsi sulla Rocca, però, Leonardo realizzò un’analisi prospettica e semantica di tutto il territorio di Imola: il risultato fu una mappa che sorprende per esattezza della riproduzione. “La pianta di Imola” rappresenta uno dei più antichi esempi di pianta di città realizzata con tecnica cartografica innovativa e “in scala perfetta alla realtà”.

Martin Kemp, in “Leonardo da Vinci: le mirabili operazioni della natura e dell’uomo” ha definito la mappa di Imola “un disegno celeberrimo, il più splendido esempio a noi pervenuto della rivoluzione rinascimentale in fatto di tecniche cartografiche”.

L’opera di Leonardo da Vinci a parte delle collezioni dei reali inglesi e al momento è custodita all’interno della dimora della Casa reale britannica a Windsor. Una riproduzione digitale de “La pianta di Imola” è visibile sul sito della Royal Collection Trust.

I misteri legati alle tante opere di Leonardo da Vinci continuano a tenere banco anche ai giorni nostri: basti pensare che nell’ottobre del 2023, per esempio, delle analisi hanno svelato un nuovo segreto sulla Gioconda. Nel celebre quadro è stato scoperto un raro composto chimico, la plumbonacrite che contiene carbonio, idrogeno, piombo e ossigeno.