Nel lago d'Iseo si nasconde il tesoro volante di Miyazaki
Un motore, probabilmente appartenuto ad un idrovolante Caproni, giace sul fondale del lago d'Iseo: è l'ispirazione del regista Hayao Miyazaki
Il nostro splendido lago d’Iseo nasconde un vero e proprio “tesoro”, da cui il celebre regista giapponese Hayao Miyazaki potrebbe aver tratto ispirazione per alcuni dei suoi capolavori d’animazione. Ma di che cosa stiamo parlando? Sul suo fondale si trova un motore che, probabilmente, è appartenuto ad un idrovolante Caproni. E tutti i fan del regista sanno bene quanto egli sia appassionato di idrovolanti. Scopriamo qualcosa in più.
Il motore d’idrovolante sul lago d’Iseo
Il fondale del lago d’Iseo, dove è possibile rinvenire davvero di tutto, ospita anche un motore che, almeno a prima vista, sembrerebbe un Bristol Jupiter, di quelli un tempo montati sugli idrovolanti dell’azienda aeronautica Caproni. Ma come ci è finito là sotto, e in che modo tutto ciò è collegato al regista giapponese Hayao Miyazaki? Per scoprirlo, dobbiamo fare un piccolo passo indietro.
L’ingegner Giovanni Battista Caproni è stato un pioniere dell’aviazione italiana: la sua azienda diede alla luce numerosi idrovolanti, tutti progetti estremamente ambiziosi e, all’epoca, decisamente all’avanguardia. All’inizio del secolo scorso, lungo la sponda bresciana del lago venne installato un idroscalo fornito di hangar e di scivolo in legno, inizialmente utilizzato come scuola di idroaviazione. Il luogo si trovava nei pressi di Pilzone, ai piedi del promontorio di Montecolino.
L’area venne acquistata dalla Aeroplani Caproni negli anni ’20: l’azienda lo utilizzò per la fabbricazione dei suoi idrovolanti, per compiere i test necessari al loro sviluppo e per l’addestramento dell’equipaggio. Probabilmente, il motore a elica risale proprio a questo periodo: sarebbe dunque rimasto sommerso per un secolo, nascosto tra le sabbie del fondale del lago Sebino.
Il luogo venne in seguito occupato dai tedeschi: durante la Seconda Guerra Mondiale, i nazisti presero possesso del promontorio e dell’area circostante, costruendo diverse fortificazioni, tra cui una grande polveriera e una vedetta in cima alla collina, per poter sorvegliare il lago. Venne persino scavata una profonda galleria all’interno del promontorio, che doveva servire sia come via di fuga verso il lago che come rifugio antiaereo.
L’ispirazione di Hayao Miyazaki
Il regista giapponese Hayao Miyazaki ha da sempre una grande passione per l’aeronautica, tanto che il volo – inteso soprattutto come una forma di liberazione dalla gravità – è uno dei temi ricorrenti dei suoi film. Tutto ebbe inizio quando, da bambino, visitò il Museo dell’Aviazione di Ueno, a Tokyo. Qui potè vedere per la prima volta da vicino un idrovolante Caproni Ca.310, utilizzato durante la Seconda Guerra Mondiale.
Gli rimase così impresso che, da quel momento, gli idrovolanti divennero per lui una vera e propria fonte d’ispirazione. Li ritroviamo ad esempio in “Porco Rosso”, dove il protagonista Marco Pagot è proprio un ex pilota di idrovolanti, trasfigurato dalla guerra in maniera tale da ave assunto le sembianze di un maiale. O ancora in “Si alza il vento”, la storia di Jiro Horikoshi che, a causa della sua miopia, deve rinunciare al suo sogno di diventare pilota e inizia a progettare idrovolanti da caccia per l’esercito giapponese durante la Seconda Guerra Mondiale.
D’altra parte, lo stesso Studio Ghibli che Miyazaki ha fondato nel 1985 prende il nome dal Caproni Ca.309, l’aereo italiano progettato per operare nell’Africa del nord durante il periodo coloniale, e che aveva come soprannome proprio “Ghibli”. Chissà dunque che il motore sul fondale del lago d’Iseo non possa essere di nuovo ispirazione per il grande regista, considerando la sua passione.
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