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La tavola di Natale degli italiani

Pesce, cappone e pasta fresca, ma anche ricche minestre: ecco i piatti della tradizione per il 25 e il 25

Pasta fresca, regina delle Feste

Senza di loro non è Natale, sono le specialità che tradizionalmente mamme, nonne e zie preparavano insieme in vista delle Feste. La pasta fresca è sulle tavole di Natale degli italiani praticamente ovunque.

Oltre ai classici tortellini emiliani, ci sono i tortelli di zucca di Mantova, i Vincisgrassi di Ancona, i natalini da mangiare in brodo a Genova, i tajarin ai funghi a Torino, i culirgiones de casu a Cagliari.

Sua maestà il cappone (e co.)

Cappone, tacchino, faraona: per il pollame le Feste sono un momento di gloria. Si va dal ricco brodo di cappone da mangiare con i tortelli a Bologna, ma un po’ in tutta Italia, al cappone ripieno di Milano, ai fegatini di pollo da servire sui crostini a Firenze.

Il pesce, protagonista della Vigilia

La Vigilia è di magro, occasione ghiotta per mettere sulle tavole, oltre al classico salmone o al sofisticato caviale, le specialità regionali di pesce. Qualche esempio? Le seppie con i carciofi che si gustano a Roma, il baccalà arrancanato a Campobasso, il mitico capitone di Napoli.

Le zuppe più ricche

Niente è più corroborante e confortante di una ricca zuppa o di una gustosa minestra. Anche sulla tavola delle Feste. Troviamo ad Aosta la zuppa alla Valpellinenze, a Trieste brovada e muset, a Caserta la minestra maritata.

Fritti sontuosi

In alcune regioni d’Italia non è davvero Festa se in casa non aleggia il profumo di un fritto fragrante. Succede a Palermo, con i cardi in pastella, a Catanzaro, con le crespelle calabresi, a Lecce, con le pettole, Roma, con il fritto misto della Vigilia.