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Il "caso" Jesolo: lo smart working ha raddoppiato i residenti

Jesolo rappresenta un "caso" demografico: nella località balneare del Veneto gli abitanti sono praticamente raddoppiati grazie allo smart working

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Jesolo

In tempi di pandemia, lo smart working è diventata una pratica sempre più comune e ha influito anche sul mercato immobiliare. Ne sanno qualcosa a Jesolo, dove grazie alla diffusione del lavoro da remoto, gli abitanti sono praticamente raddoppiati.

La celebre località balneare del Veneto era già abituata a veder aumentare le presenze durante l’estate. L’alta stagione, però, stavolta non c’entra nulla con l’incremento della popolazione: a influire sulla crescita delle presenze è lo smart working. Molti lavoratori hanno scelto proprio Jesolo come base operativa per poter lavorare da casa in un momento condizionato dalla pandemia di Covid-19.

A Jesolo raddoppiano gli abitanti grazie allo smart working

Il Coronavirus ha cambiato drasticamente gli stili di vita di tante persone: sono in molti ad aver trasformato la seconda casa di Jesolo nella loro prima abitazione. Questo fenomeno è stato già ribattezzato come “pendolarismo rovesciato” e ha spinto l’amministrazione comunale a ideare dei sistemi per gestire al meglio la transizione di Jesolo da località balneare a città di mare.

Il Comune è pronto ad abbracciare in pieno la rivoluzione con un Masterplan che verrà realizzato dopo il confronto con le categorie economiche, gli stakeholder, i cittadini e i partiti. Sono previsti una serie di incontri per arrivare alla definizione di obiettivi e linee strategiche che trasformeranno Jesolo entro il 2050.

Jesolo, località dove durante il mese di settembre del 2021 si sono schiuse le uova di un nido di tartarughe Caretta Caretta, aveva 26mila abitanti con un’età media di 48 anni. Prima della pandemia faceva registrare 5,5 milioni di presenze e circa 70 mila turisti giornalieri, sia durante il giorno che la notte, con flussi di traffico di più di 60mila veicoli tra quelli in ingresso e quelli in uscita.

Durante l’inverno, poi, si tornava alla normalità ma tutto questo succedeva fino a due anni fa. Al momento, infatti, si stimano quasi 50 mila persone a Jesolo, compresi i nuovi “pendolari rovesciati” che si stabilizzano in un periodo più lungo rispetto a quello delle vacanze estive per esigenze di smart working.

Lavorare da casa è diventato sempre più comune dal 2020, l’anno in cui è scoppiata la pandemia di Covid-19: Nomad List, sito lanciato nel 2014 che si occupa di selezionare posti in cui svolgere il proprio impiego da remoto, ha stilato la classifica con la classifica delle migliori città italiane per lavorare in smart working. Nella graduatoria al primo posto c’è Bologna, seguita da Bari, Genova, Pisa, Padova e Firenze.

Jesolo si prepara a seguire l’esempio di molte città italiane e straniere che hanno deciso di rinnovarsi per andare incontro alle esigenze dei lavoratori in smart working come Barcellona, modello per quanto riguarda l’aspetto della rigenerazione del vecchio quartiere industriale nel nuovo distretto dell’innovazione e per la trasformazione del porto olimpico, e Valencia, all’avanguardia per il progetto della marina.

In Italia, inoltre, diversi comuni hanno messo in offerta case a prezzi più bassi per consentire di lavorare in smart working. Castropignano in Molise, per esempio, ha approvato una norma che “regala” abitazioni abbandonate nel centro storico. Santa Flora in provincia di Grosseto, invece, ha emanato un bando che servirà a coprire il 50% dell’affitto di chi decide di trasferirsi per lavorare da remoto.