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I mufloni dell'isola del Giglio diventano un caso

L'Isola del Giglio sta affrontando i troppi mufloni abbattendoli: i cittadini e le associazioni animaliste chiedono un incontro per salvare gli animali

Il mondo animalista è in rivolta contro l’ente parco dell’Isola del Giglio per tutelare gli esemplari di mufloni a rischio. Dopo essere stati introdotti negli anni Cinquanta gli animali si sono moltiplicati e oggi l’Isola del Giglio sta affrontando il problema abbattendoli; dal 2009 sono state 97 le vittime che hanno mobilitato le associazioni animaliste. Secondo i volontari è possibile salvare gli esemplari adottandoli e spostandoli in un altro territorio.

Il caso dei mufloni sull’Isola del Giglio

Dopo il caso delle capre sull’Isola di Alicudi  anche l’Isola del Giglio solleva polemiche. I mufloni, importati sull’isola del Giglio negli anni ’50 si sono moltiplicati indisturbati fino ad essere diventati un elemento di disturbo per il loro comportamento invasivo e incontrollato.

L’Isola del Giglio ha quindi condannato a morte i mufloni riuscendo ad abbatterne quasi 100 esemplari in pochi anni. Le associazioni animaliste sono insorte per tutelare il benessere dei mufloni suggerendo alternative come l’adozione e il trasferimento dei quaranta esemplari scampati all’abbattimento.

I mufloni non sono una specie autoctona dell’isola e nonostante le denunce l’Ente parco dell’Arcipelago Toscano continua l’operato con il benestare dell’amministrazione comunale.

Portavoce della tutela dei mufloni è Sara D’Angelo, presidente dell’associazione Vitadacani che in una dichiarazione ufficiale evidenzia come il piano dell’Ente sia quello di catturare e uccidere i mufloni presenti non solo sull’Isola del Giglio ma in tutto l’Arcipelago della Toscana.

A rischio, oltre ai mufloni ci sono anche i conigli selvatici e specie vegetali come il Fico degli Ottentotti. La voce degli ambientalisti non si arresta e chiede di potersi confrontare cercando una soluzione che non preveda l’uccisione di questi animali originali della Sardegna.

La presidente dell’associazione Vitadacani Sara D’Angelo nella nota ufficiale continua la sua battaglia evidenziando come esistano diverse alternative all’uccisione, oltre al trasferimento è possibile procedere con la sterilizzazione o l’istituzione di riserve dove limitare il movimento dei mufloni pur mantenendoli liberi.

Severe le parole degli ambientalisti che chiedono l’intervento della Regione Toscana supportati anche dalla cittadinanza che si è espressa estremamente favorevole alla tutela degli ultimi mufloni rimasti. Sara D’Angelo nella nota ufficiale conclude dicendo: “Ci aspettiamo quindi che l’Isola del Giglio, l’Ente Parco e la Regione Toscana intraprendano strade etiche e civili, degne di luoghi che sono culla della civiltà, della cultura, della bellezza”.