Addio Natale a Firenze: ecco la Festa di fine anno. La polemica
L'Istituto Universitario Europeo di Fiesole vuole trasformare il Natale in "Festa di fine anno", per usare un linguaggio inclusivo: la polemica
Non avremo più il tanto amato Natale, che grandi e piccini attendono sempre con grande gioia, bensì una “Festa di fine anno”: se nella sostanza sembra non cambiare niente, il nome scelto per celebrare l’ultimo periodo festivo prima di appendere il nuovo calendario sa di inclusività. È proprio questo l’obiettivo dell’Istituto Universitario Europeo di Fiesole (prov. di Firenze), che ha deciso di adottare un linguaggio più inclusivo – a partire proprio dal modo in cui si chiamano le festività religiose. La proposta, naturalmente, ha dato il via ad una lunga scia di polemiche.
Niente più Natale: la proposta
Che cos’è il Natale? Per molti è la celebrazione del giorno in cui è nato Gesù Bambino, per tanti altri è una semplice occasione per festeggiare in famiglia e scambiarsi i regali, vivendo quell’atmosfera che in fondo tutti ci portiamo nel cuore sin da quando eravamo bambini. Ma il termine stesso con cui viene chiamata questa festa è strettamente legato alla cultura religiosa cattolica. Ed è per questo che l’Istituto Universitario Europeo di Fiesole ha deciso di adottare un nuovo nome, che sia sciolto dai vincoli della religione e sia più sentito anche da chi è ateo o crede in una fede diversa.
“Da un lato le feste religiose vanno inserite, dall’altro il linguaggio con cui le si comunica deve essere inclusivo” – ha affermato un portavoce dell’EUI, come si legge sul Corriere Fiorentino. E così, in ottemperanza agli obblighi stabiliti dal Piano per l’uguaglianza etnica e razziale, presto potremo non avere più il Natale, bensì una “Festa d’Inverno” – o, in ottica ancora più neutra, una “Festa di fine anno”. D’altra parte, si tratta dell’ultimo periodo festivo dell’anno, quindi mai nome potrebbe essere più azzeccato, se l’obiettivo è quello di eliminare ogni riferimento cristiano.
Le polemiche sulla “Festa di fine anno”
Le discussioni in merito a questo argomento “scottante” avrebbero dovuto rimanere, almeno per il momento, all’interno dell’istituto stesso. Ma una fuga di notizie dalla riunione interna per l’organizzazione della festa, dove di recente è stato sollevato il problema, ha dato il via ad una lunga serie di polemiche. L’idea di “perdere” il Natale, seppur solamente in merito al suo nome, non è stata gradita dalle forze politiche. A partire da Dario Nardella, il sindaco di Firenze: “Ho grande rispetto per l’istituto e per chi lo dirige, ma questa mi sembra una proposta alquanto bizzarra”.
Decisamente più piccata è la reazione di Susanna Ceccardi, eurodeputata leghista: “Non ci può essere rispetto per gli altri se non impariamo a rispettare anzitutto noi stessi”. Mentre in una nota dei deputati di Fratelli d’Italia si parla addirittura di “grottesco”, in merito alla decisione di cambiare nome al Natale. Non passa inosservata la frecciatina di Alessandra Galego, consigliera FDI per la Città metropolitana di Firenze: “Se il presidente dell’EUI vuole annullare il Natale, allora si trovi anche un’altra sede per svolgere la sua attività” – ha affermato, con riferimento alla sede dell’istituto che si trova presso la Badia Fiesolana, dove un tempo sorgeva il monastero dedicato a San Bartolomeo.
Davanti a tante critiche, la risposta dell’EUI non si è fatta attendere. La decisione definitiva, spiegano dalla Badia Fiesolana, non è ancora stata presa: “Si tratta di procedure in via di esecuzione riguardo un regolamento elaborato da un gruppo accademico guidato da una prorettrice, che si occupa proprio di adeguare il linguaggio per renderlo più equo, armonico e inclusivo“. E ancora: “Qualsiasi decisione sarà presa, sarà una nostra decisione, non vogliamo condizionamenti”.
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