Feltri: "Pizza e spaghetti? Schifezze". Il vero simbolo d'Italia
Vittorio Feltri durante un'intervista per l'uscita del suo ultimo libro ha espresso la sua opinione sul cibo rivelando il vero simbolo d'Italia
Vittorio Feltri è uno dei giornalisti più noti e controversi del panorama italiano. Nato a Bergamo nel 1943, ha iniziato la sua carriera giornalistica con L’Eco di Bergamo per poi affermarsi come giornalista in diverse redazioni. Dopo aver lavorato con Indro Montanelli a Il Giornale, ha diretto diverse testate. Nel 2000 ha fondato il quotidiano Libero, che ha diretto per molti anni, contribuendo con articoli dallo stile schietto e spesso provocatorio. Le sue opinioni senza filtri e le sue prese di posizione, che suscitano spesso molte reazioni, sono state più volte protagoniste anche di suoi libri. In questo 2025, però, Feltri ha pubblicato un ultimo libro che non riguarda politica o attualità, ma la cucina.
La cucina italiana secondo Vittorio Feltri
Recentemente, Vittorio Feltri ha deciso di dedicarsi alla gastronomia, pubblicando il suo primo libro di cucina, “Mangia come Scrivi. Alta cucina del Nord”. L’opera è stata scritta a quattro mani con il critico gastronomico Tommaso Farina, figlio del giornalista Renato Farina. Il libro si presenta come una guida ad alcuni selezionati ristoranti tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia. L’obiettivo dichiarato, infatti, è quello di parlare dell’alta cucina dell’Italia settentrionale.
Feltri, intervistato dal Corriere della Sera, ha espresso giudizi tranchant su alcuni dei piatti più iconici della cucina italiana. In particolare, ha definito pizza e spaghetti al pomodoro come “schifezze”. Secondo il giornalista, spesso la cucina settentrionale è messa in ombra rispetto a quella meridionale. Per Vittorio Feltri, il vero simbolo culinario italiano sono i pizzoccheri. I pizzoccheri sono un tipo di pasta tradizionale della Valtellina, in Lombardia. Si tratta di tagliatelle corte e spesse, preparate con farina di grano saraceno.
Durante l’intervista, Feltri ha raccontato di aver scoperto i pizzoccheri durante un viaggio in Valtellina quando era stato inviato lì dal Corriere per seguire l’alluvione del 1987. Il suo approccio al cibo, tuttavia, è piuttosto frugale. Ha confessato di essere un “inappetente” e di nutrirsi quotidianamente con un solo uovo crudo nel Marsala a mezzogiorno e uno la sera, accompagnato da un bicchiere di latte. Un regime alimentare ispirato ai centenari che sono noti per la loro dieta essenziale.
I ristoranti e l’alta cucina del Nord secondo Feltri
Nel suo libro, Feltri e Farina propongono un viaggio attraverso la gastronomia settentrionale, suggerendo ristoranti che valorizzano le tradizioni del Nord. Sono ben 35 i locali consigliati, tra Lombardia, Veneto, Piemonte ed Emilia. La cucina italiana, infatti, non sarebbe solo pizza e maccheroni, ma anche piatti come cotoletta alla milanese, ossobuco, bagna cauda e tiramisù, vere e proprie espressioni della storia e della cultura gastronomica regionale. “Si parla sempre della cucina del Sud: Puglia, Sicilia, Napoli. Ma anche il Nord ha una tradizione di altissimo livello che merita di essere raccontata” afferma Feltri al ‘Corriere’. Aggiunge che è giusto restituire dignità a piatti spesso trascurati dal mainstream gastronomico.
Dai rifugi alpini alle trattorie storiche, molti locali del nord sono post ricchi di aneddoti e curiosità. Il giornalista, nonostante il suo rapporto essenziale con il cibo, ha confessato, infatti, di amare l’esperienza di andare al ristorante. Sempre durante l’intervista al ‘Corriere’ ha dichiarato che il suo ristorante preferito è “Da Vittorio” a Brusaporto, uno dei più costosi in Italia. Ha poi aggiunto: “Andare al ristorante con qualcuno è molto piacevole. È una forma conviviale che non tramonterà mai.”
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