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Il supercarcere di Pianosa apre alle visite: chi vi era rinchiuso

Ora i turisti che arrivano sull'isola di Pianosa possono visitare l'ex supercarcere dove venivano rinchiusi terroristi e mafiosi: ecco cosa sappiamo

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Giulia Sbaffi

Giulia Sbaffi

Web content writer

Web content writer appassionata di belle storie e di viaggi, scrive da quando ne ha memoria. Curiosa per natura, le piace tenersi informata su ciò che accade intorno a lei.

Isola di Pianosa

Ha inizio il programma di rivalorizzazione dell’isola di Pianosa, un gioiello naturalistico dominato da un’imponente struttura carceraria che per lunghi anni ha ospitato nelle sue celle terroristi e mafiosi. La sua attività è cessata nel 2011, e da quel momento i turisti hanno pian piano ricominciato a visitare l’isola. Ma solo adesso diventa possibile accedere ad uno dei bracci del supercarcere, per vedere da vicino il luogo di detenzione di alcuni dei più temuti criminali del secolo scorso.

Le visite all’ex supercarcere di Pianosa

L’isola di Pianosa, appartenente all’Arcipelago Toscano e protetta dall’omonimo parco nazionale, accoglie ormai da alcuni anni i turisti curiosi di visitare le sue bellezze naturalistiche e, soprattutto, l’imponente struttura carceraria che nel 2011 ha cessato completamente la sua attività. Qui venivano rinchiusi terroristi e mafiosi, complice il naturale isolamento che Pianosa ha sempre fornito.

Ora, le porte blindate del corridoio soprannominato “diramazione Agrippa” tornano ad aprirsi per le visite guidate. Dai primi giorni di maggio 2024, i turisti accompagnati dalle guide del parco dell’Arcipelago Toscano possono addentrarsi tra i corridoi e le celle dalle finestre sbarrate, dove il mare splende con le sue incredibili sfumature turchesi.

“Abbiamo ristrutturato solo una piccola porzione di questa grande e storica diramazione” – ha affermato Gianmarco Sammuri, presidente del Parco. Purtroppo, la maggior parte degli edifici presenti sull’isola è ormai da tempo in rovina. Pianosa appartiene ormai da secoli allo Stato, che ne ha fatto un luogo di reclusione vietato al pubblico per tantissimi anni. Adesso c’è bisogno di un’importante opera di ricostruzione.

L’isola, che è a numero chiuso sin dalla sua riapertura (avvenuta nel 2011), può accogliere oggi 250 visitatori al giorno. Le visite avvengono solitamente nel corso di poche ore, con partenza da Marina di Campo situata sull’isola d’Elba. Chi vuole, comunque, può trascorrere la notte a Pianosa nella residenza del direttore dell’ex supercarcere, oggi trasformata in un piccolo albergo gestito da volontari.

Oltre all’imponente struttura di reclusione, sull’isola si può visitare la storica Casa dell’Agronomo, che è stata totalmente ristrutturata e aperta al pubblico. Al suo interno è ospitato un museo multimediale che racconta la storia e la natura di Pianosa. Da quest’anno, anche il vicino orto botanico è tornato al suo splendore originario.

Pianosa, la storia del supercarcere

L’isola di Pianosa è da sempre un luogo di reclusione: basti pensare che la celebre “diramazione Agrippa” dovrebbe il suo nome alla figura storica di Agrippa Postumo, nipote adottivo di Augusto che venne qui esiliato attorno al 6-7 d.C. Arrivando a tempi più recenti, l’isola ospitò la colonia penale agricola istituita dal Granducato di Toscana nella seconda metà dell’800.

Molti personaggi vi furono detenuti, a partire dal futuro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, incarcerato per motivi politici in epoca fascista. In seguito, venne usato come sanatorio per accogliere i detenuti ammalati di tubercolosi. La sua storia più recente ebbe inizio nel 1977, quando il generale Carlo Alberto dalla Chiesa trasformò la struttura in un penitenziario di massima sicurezza.

Inizialmente vi vennero carcerati i membri appartenenti ad organizzazioni terroristiche, tra cui i capi delle Brigate Rosse. In seguito, il supercarcere accolse pericolosi esponenti della mafia condannati al 41bis. Negli anni 2000, la sua attività calò drasticamente e, nonostante l’intenzione di riattivare la struttura da parte del governo Berlusconi nel 2009, un paio d’anni dopo venne completamente dismesso.