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Gli eredi di Berlusconi non riescono a vendere Villa Gernetto

Villa Gernetto, mancano acquirenti il complesso immobiliare passato agli eredi di Berlusconi e situato a Gerno, frazione del comune di Lesmo

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Villa Gernetto è uno dei tanti immobili di proprietà di Silvio Berlusconi passati agli eredi dopo la scomparsa dell’ex Presidente del Consiglio: messa in vendita da quasi un anno, ancora non ha trovato un acquirente davvero interessato.

Villa Gernetto di Berlusconi: mancano gli acquirenti

Stando a quanto si legge su ‘Open’, nel giro di 12 mesi non sarebbero arrivate proposte di acquisto per il complesso immobiliare situato a Gerno, frazione del comune di Lesmo in provincia di Monza.

Nella proprietà ci sono Villa Gernetto a una seconda palazzina, Villa Boffalora, circondate da circa 350.000 quadrati di parco. Nel corso degli anni, Silvio Berlusconi si è prodigato per ristrutturare e arricchire le strutture, anche con pezzi di antiquariato e quadri che hanno reso ancora più importanti le tante stanze.

All’interno del bilancio di Fininvest Real Estate & Services, la proprietà è inserita come immobilizzazione per circa 43 milioni di euro. A quella cifra bisogna però aggiungere gli ammortamenti annui e gli investimenti sostenuti nel corso del tempo che fanno salire il prezzo, portandolo a quasi il doppio: troppo, visto che ancora nessun compratore è uscito allo scoperto.

Nella relazione al bilancio 2023 della società, da poco depositato, Villa Gernetto risulta ancora in vendita anche e soprattutto perché i suoi costi di gestione sono alti. Gli eredi di Silvio Berlusconi hanno deciso di mettere in vendita una proprietà caratterizzata da alte spese di manutenzione, come successo ad altri immobili dell’ex Premier.

La storia della villa di Lesmo

Villa Gernetto venne acquistata nel 2007 da Silvio Berlusconi per una cifra vicina ai 34 milioni di euro: il Cavaliere non badò a spese per ristrutturare le sale del complesso immobiliare, su tutte quella che poi divenne un cinema da 80 posti e in seguito una sala per convegni e presentazioni.

Location delle “nozze non nozze” tra Berlusconi e Marta Fascina, la costruzione della villa risale a ben prima dell’arrivo dell’ex Premier: venne eretta durante la seconda metà del Settecento da Simone Cantoni e poi ampliata da Gianbattista Mellerio e dall’architetto Gian Luca della Somaglia.

Il complesso venne edificato nello stile tardo neoclassico in una posizione panoramica sulla valle del Lambro, nella zona di un possibile insediamento romano e forse di un successivo convento. L’architetto Gian Luca della Somaglia edificò il cortile, la cappella interna dedicata a San Carlo e il ponte del parco nel 1815.

Allo stesso architetto si deve la sistemazione del giardino terrazzato rivolto verso il paese. Agli inizi del 1800 la villa venne celebrata per i fastosi ricevimenti del conte Giacomo Mellerio, vicepresidente del Governo Lombardo-Veneto. Al tempo la villa risultava particolarmente ricca in termini di arredamento e decorazioni degli spazi interni: a testimoniarlo era la presenza di due bassorilievi funebri di Antonio Canova presenti nella cappella privata, insieme ad altre opere scultoree di Fabris.

Nel 1975 il complesso venne acquistato dal Credito Italiano che optò per trasformarlo in un centro di formazione per il personale. Passata successivamente nelle mani di Pirelli & C. Real Estate, nel 2007 venne acquisita da Silvio Berlusconi che ne fece anche la sede della sua università: l’Universitas Libertatis nata grazie all’accordo con l’ateneo telematico Niccolò Cusano.