Questo sito contribuisce all’audience di

Virgilio InItalia

Di che "colore" sono le città italiane: risponde l'esperto

Le città italiane, secondo l’esperto Alessandro Rizzi, hanno un colore: Milano è panna, Roma è mattone, Venezia è verde mentre Napoli è azzurra

Pubblicato:

Martina Bressan

Martina Bressan

SEO copywriter e Web Content Editor

Appassionata di viaggi, di trail running e di yoga, ama scoprire nuovi posti e nuove culture. Curiosa, determinata e intraprendente adora leggere ma soprattutto scrivere.

via Abramo Lincoln Milano

Di che colore è una città? La domanda può sembrare strana ma ha una risposta scientifica, o quantomeno percettiva. A studiare questo tema, infatti, c’è Alessandro Rizzi, professore ordinario al Dipartimento di Informatica dell’Università Statale di Milano e uno dei massimi esperti di colore a livello internazionale. Per lui, ogni città italiana possiede un’identità cromatica unica che nasce non solo da materiali e architetture, ma anche dalla storia, dall’atmosfera e dalla percezione collettiva. Nel suo lavoro quotidiano Rizzi si occupa di decifrare come nasce, si percepisce e si riproduce il colore e ha spiegato tutto questo in un’intervista al ‘Corriere della Sera’.

I colori delle città italiane

Il professor Alessandro Rizzi ha tracciato una mappa sorprendente dei colori delle città italiane, sfidando stereotipi e percezioni comuni. Milano, ad esempio, non è grigia come tutti pensano ma è panna. “Non è né grigia né gialla. È una tonalità neutra ma viva, elegante, una versione calda del grigio”, spiega il professore al ‘Corriere della Sera’. Non è un caso, dice, se i quartieri milanesi più vivaci e attivi sono proprio quelli con abitazioni colorate. A testimonianza di ciò ci sono le villette variopinte di via Abramo Lincoln o le case di via Vetta d’Italia.

Roma, invece, per Rizzi è un mattone chiaro: una fusione tra il rosso delle sue case storiche e il bianco delle architetture classiche. Napoli non poteva che essere azzurra: “una sfumatura tra il colore del mare e la maglia di Maradona”. Torino è gialla, una tonalità che deriva dalle cave di pietra utilizzate nei suoi edifici. Infine, l’esperto nomina anche Venezia: per lui la città lagunare è verde. Quando il sole riflette sull’acqua dei canali, in una bella giornata, quello che spicca è proprio una bellissima sfumatura di verde, racconta Rizzi sempre durante l’intervista al ‘Corriere’. Questi colori non sono solo percezioni personali, ma fanno parte di quello che lui definisce “il bagaglio cromatico” di una città. La sua storia, il contesto culturale, la memoria collettiva e l’evoluzione urbanistica, sono tutti dettagli che contribuiscono all’assegnazione di un colore.

Il lavoro del professor Rizzi: dal colore della pasta alla cosmetica

Ma in cosa consiste davvero il mestiere di esperto di colore? Alessandro Rizzi lo spiega al ‘Corriere della Sera’ con passione: “Consiste nel decifrare come si genera il colore, gli aspetti fisici, come si assorbe e si riproduce. Mi occupo dei colori nei giochi e di daltonismo. Mi chiamano anche per risolvere problemi, dal determinare il colore della pasta al mondo della bellezza”. Sì, perché non è raro che Rizzi venga contattato da aziende che vogliono sapere, ad esempio, che tonalità dovrebbe avere la pasta per risultare più appetibile sugli scaffali. “Se è troppo bianca o troppo gialla — spiega — perde appeal”. Anche piccoli cambiamenti di colore, quindi, possono influire sulla percezione del consumatore.

Un altro ambito in cui la sua consulenza è molto richiesta è quello della bellezza. In collaborazione con Giannantonio Negretti, ha contribuito alla creazione di “Colorology”, un metodo scientifico del Poliestetico di Milano che unisce gaming e formazione. Il programma è nato per aiutare i parrucchieri a scegliere e consigliare la giusta colorazione dei capelli ai clienti. Per fare tutto questo, Rizzi si avvale di strumenti altamente scientifici: dagli spettrofotometri agli atlanti cromatici, ma fa anche tanti esperimenti. Infine, non poteva mancare una riflessione sull’arte urbana. I murales, per Rizzi, non sono solo espressione artistica ma mezzi potenti di trasformazione sociale.