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Napoli, cosa è successo all'aria dopo i botti di Capodanno

Napoli, i tanti botti esplosi nella notte di Capodanno, insieme alla scarsa ventilazione, hanno influito in maniera negativa sulla qualità dell'aria

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Botti Capodanno Napoli

Dopo l’enorme quantità di fuochi d’artificio di Capodanno, l’aria di Napoli ha fatto registrare notevoli quantità di polveri sottili che associate alla scarsa ventilazione delle ore successive hanno determinato un crollo della qualità dell’aria.

Napoli, cosa è successo all’aria dopo i botti della notte di Capodanno

Durante il primo giorno del 2025 la qualità dell’aria di Napoli è stata “estremamente scarsa”: la colpa è anche dei tanti botti esplosi nel Capoluogo della Campania e in tutta la sua area metropolitana.

Ovviamente i fuochi d’artificio non sono i soli responsabili: quella del 31 dicembre del 2024 è stata una giornata caratterizzata da alta pressione e tempo instabile, due fattori che hanno provocato foschie e nebbie notturne. A queste condizioni si sono aggiunte le tonnellate di polveri sottili Pm 2,5 e Pm 10 generate dai botti: unite a una scarsissima ventilazione, hanno portato a un crollo della qualità dell’aria nella zona di Napoli e dintorni.

L’Arpac, Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania, nella giornata di giovedì 2 gennaio 2025 ha diffuso il bollettino della qualità dell’aria e la mappa del giorno precedente: confermati gli sforamenti dei limiti giornalieri per le polveri sottili, con particolare riferimento a Pm 2,5 e Pm 10. Come riferito da ‘Fanpage’, in diverse stazioni di rilevamento di Napoli e provincia i valori registrati hanno superato le soglie di sicurezza.

Meteo avverso e fuochi d’artificio: i dati delle stazioni di rilevazione

I dati del bollettino dell’Arpac hanno evidenziato valori di Pm 10 particolarmente critici: i picchi più elevati sono stati registrati a Casoria, con 352 microgrammi per metro cubo, e nella zona del Museo Nazionale a Napoli, con 351 microgrammi per metro cubo. Entrambi i livelli sono oltre il 500% al di sopra del limite giornaliero di 50 microgrammi per metro cubo. La situazione, comunque, è risultata analoga anche nelle zone di Acerra, San Vitaliano e Teverola, nell’hinterland napoletano, a Maddaloni e nel Casertano.

Al pari di quanto successo nelle stazioni fin qui citate, anche quelle di Parco Virgiliano e dell’Osservatorio Astronomico hanno mostrato valori elevati, in alcune occasioni superiori al doppio rispetto al limite stabilito dalla legge. Il fenomeno è chiaramente legato alla scarsa ventilazione e alle particolari condizioni meteorologiche delle ultime ore, insieme ai tanti botti esplosi in città e dintorni durante la notte di Capodanno.

A dimostrazione di ciò c’è anche la curva dell’incremento della diffusione di microgrammi di polveri sottili per metro cubo d’aria secondo il bollettino diffuso da parte dell’Arpac: il picco c’è stato subito dopo la mezzanotte del 31 dicembre, quando sono esplosi migliaia di botti in aria. Napoli, lo ricordiamo, al contrario di altre città d’Italia non ha vietato i botti di Capodanno che rappresentano una tradizione fortemente radicata nel tessuto sociale.

L’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale in Campania (Arpac) già da diversi anni sta mostrando il nesso di casualità tra i festeggiamenti di Capodanno e l’incremento dei valori di Pm 10 nell’aria, con livelli che in diverse occasioni portano a superare il limite giornaliero fissato a 50 microgrammi per metro cubo che per legge non dovrebbe essere superato per più di 35 giorni nel corso di un anno solare.