Coronavirus, i ristoranti riaprono contro la crisi: il flashmob
I ristoratori italiani, in crisi per l'emergenza Coronavirus, hanno deciso di riaprire i locali in maniera simbolica per chiedere aiuto alle istituzioni
Il 28 aprile i ristoranti d’Italia riapriranno nonostante il lockdown per il Coronavirus. No, il governo non ha varato un nuovo decreto e non si tratta neanche di un ammutinamento generale, bensì di un flashmob organizzato dal gruppo Facebook ‘Ho.Re.Ca Unita’, che riunisce molti tra ristoratori, agroristoratori, pizzaioli, pasticceri e baristi d’Italia.
L’obiettivo del flashmob è quello di dimostrare che la ristorazione italiana è viva e vuole continuare a vivere, imponendo all’attenzione di istituzioni e media un mondo che rischia di venir decimato dalla chiusura forzata dovuta all’emergenza Coronavirus e dai costi non più sopportabili. Sono numerose le attività di ristorazione che hanno deciso di aderire all’iniziativa.
Ma come funziona esattamente il flashmob? Alle ore 21 del 28 aprile, per la prima volta dopo quasi due mesi di chiusura forzata a causa del lockdown per il Covid-19, i ristoranti italiani alzeranno le saracinesche dei loro locali, accenderanno le luci e apparecchieranno un tavolo davanti alle loro insegne.
Il flashmob proseguirà anche il giorno dopo, quando i ristoratori di tutta Italia consegneranno le chiavi dei loro locali ai rispettivi sindaci in segno di richiesta di aiuto e di sostegno, affinché l’accensione delle luci della sera del 28 aprile non sia per loro l’ultima.
I ristoratori chiedono al governo di prendere subito in considerazione misure a sostegno del settore. Nel gruppo Facebook è stata pubblicata anche una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte, che si apre con toni decisi: “Esimio Presidente, siamo a comunicarle che il mondo del settore Ho.Re.Ca non ce la fa più a tenersi in piedi. Manca un presupposto fondamentale nei nostri riguardi: il rispetto. Il rispetto che, da ora in poi, pretendiamo da voi”.
Tanti ristoratori alle prese con la crisi legata alla pandemia di Coronavirus hanno deciso di lanciare i Dining Bond, sorta di “titoli di acquisto” attraverso i quali i consumatori possono acquistare ora un pasto che potranno poi consumare quando (e se) sarà possibile una volta terminata l’emergenza.
Adesso l’obiettivo dei ristoratori è riaprire il prima possibile, compatibilmente con l’esigenze di sicurezza imposte dalla pandemia di Coronavirus. Questa la richiesta inserita nella lettera aperta a Conte: “Noi siamo quelli che non chiedono niente, solo di lavorare ‘in tranquillità e in sicurezza’“.
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