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Colletta di Castelbianco: da borgo abbandonato ad albergo diffuso hi-tech

Riportato a nuova vita dopo un'accurata opera di telematizzazione, Colletta di Castelbianco è oggi un eccellente e albergo diffuso

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Castelbianco 1

Da borgo spopolato a eccellenza degli alberghi high-tech d’Italia. Colletta di Castelbianco, incantevole paesino di origine medievale incastonato nelle alpi marittime, tra Savona e Imperia, sembrava esser destinato a triste declino causato da un’inesorabile abbandono. Le cause? Un’emigrazione forzata iniziata fin dai primi anni del Novecento a seguito del devastante terremoto del 1887, che ne decimò la popolazione e sgretolò molto case. I sopravvissuti, lentamente, abbandonarono il borgo per cercare fortuna altrove.

Per decine d’anni, lungo tutto l’arco del novecento, le case di pietra dalle finestre azzurre, divise da una folta vegetazione, sono state disabitate conservando un panorama intatto, da presepe, che ancora oggi caratterizza questi luoghi. Nel corso degli anni nessuno ha calcato più il dedalo dai percorsi acciottolati, nessuna attività è stata svolta in questo villaggio posizionato a circa 20 chilometri da Albenga e dalle prime spiagge: il paese si isola, viene abbandonato anche dai più anziani e diventa pian piano un borgo fantasma.

Fino al 1980, quando ha inizio un’opera di ristrutturazione fortemente voluta dall’architetto Giancarlo De Carlo che con un colpo di genio e tanta passione volle recuperare la bellezza paesaggistica del borgo protetto dall’incedere del tempo, aggiungendo però un tocco d’estro e di innovazione che hanno sancito la fortuna e la rinascita di Colletta di Castelbianco. Grazie a intuizioni al passo con i tempi il paesino ligure viene trasformato nel primo borgo telematico d’Italia.

Castelbianco 2

Il paese fantasma poté contare, tra i primi in Italia, del cablaggio in fibra ottica: l’idea era quella di portare in questo borgo dimenticato da tutti il telelavoro, un’intuizione vincente che si unì alla volontà di ricostruire, con una precisione millimetrica, l’antico aspetto del borgo ferito dal sisma di fine Ottocento. Gli investimenti portarono presto i frutti sperati: il borgo, agli negli anni ’90, recupera l’antica e caratteristica fisionomia.  Suggestioni medievali, gusto per la tradizione, natura incontaminata attirano la curiosità di centinaia di turisti.

Costruire un albergo moderno, però, avrebbe comportato la rottura dell’incantesimo. E allora ecco che nel paesino appena rinato, tra le cui strade pulsa vitale l’energia di internet, si pensa di ospitare con il sistema dell’albergo diffuso: l’innovativo modello di turistica che supera le idee classiche di camere, hall e reception facendo di tutto il borgo un hotel capillare, dove al posto dei piani vi sono i vari livelli su cui si sviluppi il paesino e a sostituire le classiche camere d’albergo, le stanze delle antiche abitazioni.

Un’idea di gran successo che ha decretato la rinascita del paese addormentato e l’inserimento del comune di Castelbianco nell’ambita squadra dei borghi più belli d’Italia.