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In 15 mesi 192 cetacei spiaggiati in Italia: cosa è successo

Stando ai numeri condivisi dalla “Banca Dati Spiaggiamenti” in Italia tra il 2022 e l'inizio del 2023 sono stati ritrovati spiaggiati 192 cetacei

Il 14 aprile è stata dichiarata la giornata mondiale dei delfini e in quest’occasione la “Banca Dati Spiaggiamenti” ha condiviso i dati sul numero di cetacei spiaggiati in Italia tra il 2022 e l’inizio del 2023.

Cetacei spiaggiati in Italia: cosa sta succedendo

Nel 1986 il Centro Studi Cetacei e i suoi volontari hanno cominciato una raccolta metodica di notizie sugli spiaggiamenti di mammiferi marini lungo il litorale italiano. Il lavoro è stato poi preso in carico dalla “Banca Dati Spiaggiamenti” gestita dal Centro Interdisciplinare di Bioacustica e Ricerche Ambientali (Cibra) dell’Università degli studi di Pavia e dal Museo di Storia Naturale di Milano. Questa Banca rientra all’interno del progetto di Monitoraggio e Conservazione dei Cetacei in Italia sovvenzionato dal Ministero dell’Ambiente e lavora in stretto coordinamento con la Banca Tessuti e con il CERT dell’Università di Padova

Secondo i numeri condivisi in occasione della “Giornata dei delfini” che ricade il 14 aprile, nel nostro paese sono stati rinvenuti tra il 2022 e l’inizio del 2023 192 esemplari spiaggiati lungo il nostro litorale. In particolare, 162 sono stati ritrovati l’anno scorso e 30 nei primi mesi di quest’anno. Dalle analisi fatte, sebbene non sia sempre possibile risalire alla specie dei cetacei rinvenuti, risulta che siano i delfini quelli maggiormente interessati da questo fenomeno.

Sembra che nel 2022 solo in Italia siano stati ritrovati spiaggiati 71 tursiopi (Tursiops truncatus) e 48 stenelle (Stenella coeruleoalba). I delfini, infatti, per nutrirsi spesso interferiscono con le attività di pesca dato che seguono i pescherecci perché reperiscono più facilmente il cibo. Stando agli esami eseguiti nelle carcasse dei cetacei rinvenuti molte volte sarebbero alcuni attrezzi utilizzati durante la pesca a ferire gravemente questi animali; altre volte, invece, è successo che i cetacei siano rimasti impigliati nelle reti dei pescatori.

Il progetto Life Delfi

La situazione oltre ad essere molto grave per i cetacei è spesso deleteria (soprattutto economicamente) anche per i pescatori la cui attrezzatura viene spesso danneggiata dai delfini. In questo contesto è nato il progetto Life Delfi, cofinanziato dal Programma Life dell’Unione Europea che ha espresso tutte le sue preoccupazioni per le sempre maggiori interazioni dei cetacei con le attività di pesca professionale. Per questo è stata proposta l’introduzione di un “Codice di condotta” per i pescatori che ha come obiettivo quello di limitare le interazioni tra delfini e pesca professionale.

L’iniziativa prevede l’installazione dei pinger di nuova generazione sulle reti delle imbarcazioni italiane e croate, inoltre vengono avviati corsi di formazione per gli operatori del settore. In particolare, saranno i pescatori ad essere maggiormente coinvolti e sensibilizzati sull’argomento, introducendo anche modalità di pesca più sostenibili
Alessandro Lucchetti, ricercatore di Irbim-Cnr e coordinatore del progetto Life Delfi ha spiegato ad AdnCronos alcuni delle azioni già messe in atto: “È per questo che il progetto Life Delfi da più di tre anni è impegnato nel coinvolgimento e nella sensibilizzazione dei pescatori a cui sono stati forniti dissuasori acustici e visivi di ultima generazione insieme ad attrezzature da pesca a basso impatto ambientale, mentre per tutti gli operatori del mare sono stati organizzati corsi di formazione per la realizzazione di attività economiche alternative come il dolphin watching.”
Infine, vengono anche istituite delle squadre di soccorso in grado di intervenire nel caso vengano segnalati delfini in difficoltà, feriti o deceduti.