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Castello delle Cerimonie verso lo stop ai matrimoni e lo sgombero

Il Castello delle Cerimonie va verso lo stop ai matrimoni e lo sgombero: cosa succede alla maxi struttura situata nel Comune di Sant'Antonio Abate

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Si va verso lo stop ai matrimoni del Castello delle Cerimonie, l’hotel situato nel Comune di Sant’Antonio Abate in provincia di Napoli noto come location del popolare format televisivo ‘Il boss delle cerimonie’.

Come riferito dal ‘Corriere della Sera’, il comune di Sant’Antonio Abate ha avviato l’iter per l’acquisizione della Sonrisa, la mega struttura ricettiva confiscata nel mese di febbraio del 2024.

Castello delle Cerimonie, stop ai matrimoni e sgombero: cosa succede

In seguito alla comunicazione della confisca, la struttura ha comunque continuato a fare da set a matrimoni e celebrazioni varie, in attesa dell’avvio definitivo dell’acquisizione da parte del comune. Dopo otto mesi, per, l’amministrazione comunale è passata ai fatti, procedendo con l’iter per l’acquisizione della proprietà.

Il sindaco di Sant’Antonio Abate, Ilaria Abagnale, ha parlato così della situazione: “Abbiamo atteso per otto mesi la pubblicazione delle motivazioni della sentenza che ordina la confisca dell’immobile noto come Grand Hotel La Sonrisa e l’acquisizione a titolo gratuito dell’intera area di oltre 40mila metri quadrati a patrimonio del Comune di Sant’Antonio Abate. Adesso con gli uffici comunali sono stati stilati tutti gli atti d’indirizzo per avviare l’acquisizione del bene, in vista del successivo cronoprogramma per liberare immobili e terreni”.

Ilaria Abagnale ha poi indicato quali saranno le prossime tappe della vicenda legata al Castello delle Cerimonie: “Nei prossimi giorni – si legge sul ‘Corriere della Sera’- è stata programmata una riunione gestionale che delineerà in maniera oculata il cronoprogramma delle attività, che saranno valutate di concerto con gli uffici comunali. Il cronoprogramma sarà successivamente sottoposto al vaglio della prefettura e della procura generale di Napoli. Nel frattempo, attraverso una nota indirizzata al prefetto, alla procura della Repubblica presso il tribunale di Torre Annunziata e alla procura generale di Napoli, sono state già trasmesse le copie delle delibere adottate”.

I ritardi

Le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione lo scorso 15 febbraio, con la quale veniva confermata quella emessa dalla Corte d’Appello nel 2022, non risultano ancora pubblicate; la sentenza, inoltre, non è ancora stata notificata al Comune di Sant’Antonio Abate.

“Un ritardo che ha rallentato le fasi successive relative all’acquisizione – ha spiegato il sindaco Ilaria Abagnale – di concerto con i consulenti nominati, il Comune ha deciso di avviare ugualmente l’iter, tenuto conto che si tratta di una sentenza comunque divenuta irrevocabile. Nell’attesa, la macchina amministrativa non è stata inerme: ha avviato tutte le pratiche necessarie ed ha anche richiesto una valutazione del bene all’Agenzia del Territorio di Napoli che, però, con una nota, ha precisato che potrà effettuare un sopralluogo solo a partire da dicembre 2024″.

La Abagnale ha dichiarato che nel frattempo i precedenti titolari della struttura, “attuali occupanti sine titulo”, stanno “versando regolarmente un canone di circa 29mila euro mensili per l’occupazione, calcolato in base alle tabelle delle quotazioni stabilite dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate”.

Il sindaco ha poi annunciato che “ogni azione sarà intrapresa in sinergia con la prefettura e la procura generale, con la massima trasparenza e nel rispetto della legalità. Infine, una precisazione: il futuro della struttura sarà condiviso, deciso e comunicato solo nei prossimi mesi”.