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Caso scontrino a Palermo: 8 euro per "apertura tappo"

Arriva la notizia di un nuovo caso scontrino a Palermo: un cliente ha dovuto pagare 8 euro in più per la voce "apertura tappo" presente sul conto

Scontrino al bar

In Italia si torna a parlare di un nuovo caso scontrino dopo i tanti episodi avvenuti durante l’estate: stavolta ci troviamo in Sicilia dove un cliente si è ritrovato di fronte uno scontrino con la scritta “Apertura tappo: 8 euro”.

8 euro per “apertura tappo”: il nuovo caso scontrino

Il cliente aveva consumato in un’enoteca del porto di Palermo, ordinando tre panini e uno spumante, un Berlucchi cuvée imperiale Brut, per un costo di 40,9 euro. Quando gli è stato portato lo scontrino con il conto totale, però, ha trovato un supplemento di 8 euro per l’apertura tappo che lo ha lasciato senza parole.

Come succede spesso in questi casi, il cliente, all’indomani dell’accaduto, ha postato la foto dello scontrino su Facebook, facendo incetta di like, condivisioni e commenti da parte del popolo dei social che si sbizzarrisce sempre di fronte a episodi del genere. La notizia è poi rimbalzata su diversi gruppi della città, diventando ben presto virale.

Alcuni commenti sono molto ironici: c’è chi si chiede se la bottiglia sia stata stappata con una sciabola e chi suggerisce al cliente di portarsi il cavatappi da casa la prossima volta. Ci sono anche commenti di addetti ai lavori a spiegare che è lecito far pagare un servizio.

La spiegazione del titolare

Il titolare del locale in questione, come riportato da Repubblica, ha provato a mettere la parola fine sulla polemica, spiegando che i prezzi dei vini sono esposti sugli scaffali e che il sovrapprezzo pagato di 8 euro è per il servizio al tavolo. Il titolare ha fatto sapere che si è trattato solamente di un errore di scrittura: “Apertura tappo” sta per “Servizio al tavolo”, niente di più.

In sostanza, dunque, si è trattato solo di un equivoco di parole: la dicitura “Apertura tappo” stava per “Servizio al tavolo” perché la bottiglia che il cliente porta a casa ha un costo, se la vuole servita al tavolo ha un sovrapprezzo, una consuetudine anche in Francia, dove esiste il “diritto di tappo”.

Il 2023 dei casi scontrino in Italia

Il 2023 è stato un anno pieno di casi scontrino in Italia, soprattutto durante il periodo estivo, quando da diverse località turistiche (e non solo) sono arrivate notizie riguardanti prezzi esorbitanti e singolari voci trovate dai clienti al momento del conto.

Diversi episodi sono arrivati dal Lago di Como che è stato al centro di un reportage condotto su una zona diventata ormai “vittima degli influencer” che richiamano molti più turisti di un tempo, facendo lievitare i prezzi dei locali e dei ristoranti.

Proprio in un bar del Lago di Como si è consumato uno degli episodi più chiacchierati dell’estate: quello del sovrapprezzo di 2 euro per un toast diviso a metà, con tanto di voce sullo scontrino. Il titolare del bar, in quell’occasione, si giustificò dicendo che per tagliare in due un toast è stato impiegato del tempo aggiuntivo e il lavoro va pagato.

Sempre da Como arrivano altri due casi scontrino molto chiacchierati: quello di un turista svizzero che ha pagato 30 euro per due spritz consumati in un locale in piazza Cavour e quello di una donna che per un caffè doppio e una bottiglietta d’acqua ha dovuto pagare un conto di 20 euro.