La carbonara di Max Giusti è un caso: la sua "sfida" ai puristi
Max Giusti in cucina se la cava abbastanza bene, e il suo piatto preferito non può che essere la carbonara: ma la sua ricetta è già diventata un caso
Si sa, quando si parla di carbonara bisogna davvero andarci con i piedi di piombo: i “puristi” della tradizione romana non accettano devianze da quella che è la ricetta originale – anche se, come si evince da fonti storiche, proprio originale non è. Tuorli d’uovo, pecorino romano, guanciale (attenzione a non confonderlo con la pancetta) e una spolverata di pepe è tutto ciò che serve per preparare un primo piatto delizioso. Tuttavia, Max Giusti non la pensa allo stesso modo.
La ricetta della carbonara di Max Giusti
Attore comico e conduttore tv, Max Giusti ha sempre la battuta pronta. E, a quanto pare, se la cava bene anche in cucina: da bravo romano, il suo piatto preferito è la carbonara e non vi può rinunciare nemmeno in viaggio, quando il lavoro lo porta in ogni angolo d’Italia. In una lunga intervista rilasciata al ‘Corriere della Sera’, l’attore si è sbilanciato in dichiarazioni che potrebbero costargli qualche polemica social.
“Il mio piatto preferito? La carbonara. No, non sono un integralista. La mangio in tutti i modi: con il guanciale, la panna, lo speck. E ovunque mi trovi: a Sondrio come a Mantova, a Roma come a Milano… Se nel ristorante non è a menù, chiedo di prepararla, senza rompere troppo s’intende. Per due volte in cucina sono entrato io: è stato esilarante” – ha dichiarato Giusti.
Una vera e propria “sfida” a tutti i puristi che, quando parlano di carbonara, non ammettono deroghe: “La carbonara è ‘il’ piatto. Poco importa se non è perfetta, per chi poi? Se trasmette serenità, mi sta bene in qualunque modo la preparino. Pongo soltanto una condizione: la pasta deve essere al dente. Mi sia concesso: onore al merito a Milano dove si riesce a mangiare meravigliosamente senza doverlo spiegare sei volte allo chef” – ha ironicamente commentato il comico.
Max Giusti non è dunque un integralista, ma un semplice appassionato di buona cucina e di sapori genuini, poco importa se non rispettano perfettamente la tradizione. Anzi, la sua personale ricetta vede ancora una variazione: “Il mio consiglio è uno: non mettete solo pecorino. Facciamo 30% di pecorino e 70% di Parmigiano. Immagino nasi arricciati e avverto commenti al vetriolo. A me viene buonissima, va bene così”.
L’annosa diatriba sulla carbonara
Guanciale o pancetta, pecorino romano o Parmigiano Reggiano, tuorlo d’uovo cotto o crudo, presenza di panna oppure no: tante sono le idee quante le possibili alternative per preparare una carbonara degna di questo nome. La diatriba non sembra trovare soluzione, tra chi si reputa assolutamente integralista e non ammette variazioni sul tema e chi invece preferisce spaziare, per assaporare qualcosa di diverso.
In realtà, la questione sembra destinata a rimanere senza risposta, dal momento che non esiste una vera e propria ricetta originale della carbonara – o quantomeno non una che riesca a mettere d’accordo tutti. Di recente, ad esempio, lo storico gastronomico Luca Cesari ha condiviso quella che è la ricetta del 1954: pancetta, gruviera, aglio, uova, sale e pepe. Nulla a che vedere con quella che oggi viene servita nelle migliori trattorie di Roma.
Alla fine, la risposta migliore è quella del professor Alberto Grandi, che insegna Storia dell’Alimentazione presso l’Università di Parma: “La carbonara è stata fatta in mille modi diversi e non esiste quella giusta. Il giusto e lo sbagliato non attengono alla storia della cucina e tanto meno a quella della carbonara“.
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