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Cannavacciuolo in Tribunale contro un locale romagnolo: il caso

Cannavacciuolo in Tribunale a Ravenna contro un ristorante che nel 2018 aveva utilizzato a sua insaputa l'immagine dello chef per farsi pubblicità

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Silvio Frantellizzi

Silvio Frantellizzi

Giornalista

Giornalista pubblicista. Da oltre dieci anni si occupa di informazione sul web, scrivendo di sport, attualità, cronaca, motori, spettacolo e videogame.

Antonino Cannavacciuolo in Tribunale a Ravenna come testimone nel processo legato a una vicenda che risale al 2018, quando la sua immagine è stata utilizzata, a sua insaputa, da un ristorante di zona per farsi pubblicità.

Antonino Cannavacciuolo in Tribunale contro un ristorante di Ravenna

Il celebre chef campano nel 2018 era diventato testimonial a sua insaputa di un ristorante di Ravenna: i proprietari del locale aveva mandato in giro per la città un camion vela che raffigurava Cannavacciuolo in una foto gigante.

Come riferito dal ‘Corriere della Sera’, il processo vede imputati un 63enne di Lumezzane e due cubani, una donna e un uomo rispettivamente di 32 e 50 anni, entrambi residenti a Marina Romea.

I capi d’accusa riguardano la violazione dell’articolo 473 del Codice penale: contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni.

Cannavacciuolo nella mattinata di mercoledì 9 ottobre 2024 si è presentato presso il Tribunale di Ravenna per partecipare a un’udienza nella veste di testimone, in quanto lo chef non si è costituito parte civile, pur avendo sporto denuncia per non aver concesso l’uso della sua immagine legata a un marchio, il suo nome e il suo cognome.

Nell’aula del Tribunale di Ravenna, chef Cannavacciuolo ha dichiarato: “Il menu e le mie foto? Non ho mai concesso il loro utilizzo”. L’aula del Tribunale è stata invasa da una folla di comuni cittadini, richiamata dalla notizia della presenza di Cannavacciuolo, uno degli chef più amati dal grande pubblico, grazie alla sua partecipazione a diversi programmi televisivi di successo.

La vicenda

Una delle tre persone imputate, la donna, gestiva un locale a Suzzara in provincia di Mantova che fu protagonista di una puntata del programma ‘Cucine da incubo‘ dove Cannavacciuolo va in soccorso di ristoranti che hanno bisogno di rilanciarsi.

In ogni puntata lo chef campano ha il compito di risollevare le sorti del ristorante di turno, dall’alto della sua straordinaria esperienza. Per aiutare il locale a risollevarsi, Cannavacciuolo apporta dei cambiamenti che riguardano ogni aspetto dei ristoranti: dall’arredamento al comportamento dei cuochi in cucina e dei camerieri con i clienti, fino ad arrivare, naturalmente, a un menu del tutto nuovo.

Qualche tempo dopo la donna si trasferì in Riviera e approdò al ristorante di Ravenna implicato nella vicenda, dove avrebbe proposto il menu creato da Cannavacciuolo per il suo precedente locale, quello che aveva partecipato a ‘Cucine da incubo’. Al tempo stesso, è stata utilizzata l’immagine dello chef per far pubblicità al ristorante romagnolo.

Cannvacciuolo, inserito nella classifica dedicata agli chef più influenti d’Italia, di quanto stesse accadendo in Riviera ne è venuto a conoscenza solo grazie a una sua fan che lo aveva contattato su Facebook: lo chef campano non sapeva assolutamente nulla di tutta la vicenda e non immaginava che un ristorante aveva utilizzato una sua maxi foto per farsi pubblicità.

In seguito scattò la denuncia, seguita dall’apertura di un fascicolo in Procura a Ravenna, preludio al successivo processo. I tre imputati dovranno rispondere dell’accusa di aver utilizzato impropriamente l’immagine del popolare chef che nel corso del 2024 ha deciso di aprire un nuovo locale all’aeroporto di Napoli.