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A Monza la portinaia diventa di quartiere

A Monza, Chiara Fiorenza ed Eloisa diverranno portinaie di quartiere, custodi del territorio come già succede a Parigi

Arrivano a Monza le portinaie di quartiere, attente custodi che si prenderanno cura del proprio territorio. Si chiamano Eloisa, Fiorenza e Claudia, si occuperanno di smistare la posta, curare le aiuole, ritirare i pacchi dei residenti al lavoro, daranno una mano a sbrigare faccende burocratiche e a tenere d’occhio i bambini impegnati a giocare nel cortile. Ma anche dare supporto alle persone anziane del quartiere, correre in farmacia in caso di un urgente bisogno di un medicinale o chiamare assistenza tecnica per i mille imprevisti che possono capitare agli abitanti del circondario.

Proprio come a Parigi, dove la realtà dei portieri di quartiere è già rodata da tempo e funziona perfettamente.

Nelle città dove vige lo sfilacciamento dei rapporti sociali e dove i portieri dei condomini sono sempre di meno per risparmiare sulle spese di gestione del condominio, la figura del portiere di quartiere, idea nata in Francia e trapiantata in Brianza, ha immediatamente suscitato l’entusiasmo degli abitanti.

La presentazione ufficiale del servizio è prevista per il 14 febbraio alle 18.30 negli spazi del centro civico di via Silva 26 nel quartiere San Carlo e San Giuseppe a Monza. Non una semplice guardiola, ma uno spazio condiviso che si spera possa rappresentare un punto di riferimento per tutti gli abitanti del quartiere.

Intanto Eloisa Aimone, agente di viaggio, Fiorenza Colloridi laureata in filosofia ed esperta di marketing e del mondo dei nidi d’infanzia, e Chiara Tangari, designer, si sono già mobilitate per recepire e conoscere le esigenze delle persone di cui dovranno prendersi cura tramite un dettagliato questionario. Lo sforzo non sarà immane visto che i luoghi li conoscono già essendo residenti nel quartiere di cui dovranno prendersi cura.

Un database con le figure professionali di riferimento per poter fronteggiare tutte le esigenze degli abitanti del quartiere è già in fase di preparazione, una lista con carpentieri, imbianchini, falegnami, idraulici, ma anche informatici e antennisti a cui fare affidamento in caso di necessità.

Ma il vero sogno delle portinaie di quartiere è di mettere a disposizione della comunità le proprie competenze e far diventare così la guardiola diffusda un centro di aggregazione  per organizzare incontri, feste per bambini e una ludoteca per ragazzi. Un punto di riferimento che diventi nel tempo cuore pulsante del quartiere, tutelato da tre angeli custodi.