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Verona: il murales rappresenta una pizza e l'artista viene multato

A San Giovanni Lupatoto, l’artista Cibo si è visto tassare un murales. Il motivo? Farebbe pubblicità ad una pizzeria. La battaglia social è cominciata.

Pier Paolo Spinazzé, in arte Cibo, è un artista specializzato in walldesign, e cioè in quella comunicazione murale che si fonde con l’ambiente. Dal 1998 realizza murales, graffiti e opere di street art eppure – solamente qualche giorno fa – è stato al centro di un curioso tanto quanto spiacevole evento. Il comune di San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, ha deciso di tassare una sua opera. Cibo, famoso per realizzare disegni a tema culinario per coprire le scritte ingiuriose e gli insulti che spesso tappezzano i muri di case ed edifici, ha realizzato tempo fa il disegno di una pizza. Ed è proprio quella pizza, l’oggetto della disputa. Al piano terra dell’edificio su cui è dipinta, si trova infatti la pizzeria “Alla Ponta”. E secondo l’Ica – la società a cui il Comune ha demandato la riscossione delle imposte su affissioni e pubblicità -, il disegno di Cibo sarebbe per questo motivo una mossa commerciale. Realizzata tra aprile e maggio, l’opera è stata chiesta all’artista da un amico che gestisce la pizzeria al taglio e che è il co-affittuario di un muro verde da tempo marcio. In cambio, Cibo ha ricevuto 125 pezzi di pizza.

Nell’opera, che Cibo ritiene essere una sua interpretazione artistica, non ci sono scritte né loghi. Eppure, la sua vicinanza all’esercizio commerciale, è stata sufficiente per tassarla. «Bene. Ora i miei murales li cancello io. Queste sono infami sanzioni che puniscono le piccole aziende di paese, gli artisti ma soprattutto i cittadini che hanno il diritto di emozionarsi», ha scritto su Facebook l’artista. Indignato nel veder paragonata un’opera d’arte ad un cartellone pubblicitario. Lui, che coi suoi disegni si è anche esposto legalmente per coprire scritte ignobili. Lui, che ama regalare ad asili, scuole e piazze i suoi disegni. Spesso, su richiesta del Comune, come è stato per le due piazze proprio di San Giovanni Lupatoto. Ma l’Ica non intende cedere, e la multa – 3700 euro – è ancora lì. Perché, come l’ufficio fa sapere, pubblicità è «diffusione o esposizione di messaggi visivi o acustici, eseguita mediante insegne, iscrizioni, cartelli, targhe, volantini, automezzi, striscioni, impianti di trasmissione e/o riproduzione di immagini e di altri mezzi similari, effettuata in luoghi pubblici o aperti al pubblico o comunque da tali luoghi percepibili». L’arte riuscirà a vincere sulla burocrazia?