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Vendemmia 2016: ecco alcune delle località più famose

Un autunno 2016 da record per quel che riguarda l'uva: eccovi alcune delle migliori località del Bel Paese dove andare a vendemmiare, con qualche settimana di ritardo

vendemmiaSettembre non è solo il mese dei funghi, delle nocciole e delle mele, ma anche e soprattutto quello dell’uva, ormai giunta a maturazione dopo essere stata curata per quasi un anno da solerti e abili vignaioli.

Il periodo della vendemmia, quindi, si avvicina e per tutto il mese di settembre in numerose regioni italiane si darà inizio a questa pratica folkloristica, ormai entrata nelle consuetudini della nostra società.

Le condizioni climatiche verificatesi nell’anno corrente hanno già fatto esprimere gli esperti in modo favorevole sull’annata 2016: l’uva non è presente in grande quantità, ma i vitigni sono di ottima qualità e garantiranno dunque vini eccellenti.

L’umidità non si è infatti fatta sentire nella parte finale dell’estate, consentendo una maturazione ideale dei vigneti e fornendo acini pregiati. Stando ai dati misurati dagli esperti sembra addirittura che i valori di zuccheri contenuti nell’uva e di acidità dei grappoli siano tra i migliori degli ultimi cinquant’anni. Per avere un responso più chiaro basterà solo armarsi di forbici e cassette e partire per la volta dei vigneti, da nord a sud del Paese.

Una delle regioni – scelte per questo articolo – in cui andare a vendemmiare è il Trentino, dove l’alta esposizione al sole e le condizioni climatiche assolutamente favorevoli hanno garantito un’ottima maturazione degli acini.

Il Pinot Nero e lo Chardonnay rappresentano due delle qualità di uva che si raccoglieranno dalla prima settimana di settembre in avanti, pronte a essere pigiate e a venire conservate per un lungo periodo di tempo in pregiate botti di rovere.

Anche in Friuli-Venezia Giulia si apriranno le danze per quel che riguarda la vendemmia, dato che a partire da metà settembre è previsto il taglio del Pinot Grigio, con cui si produrrà il pregiato Masi Masianco e il Moxxé, eccellente champagne friulano.

A settembre inoltre sono numerose le occasioni, in tutta Italia, per partecipare a una delle tante Festa dell’Uva, eventi caratteristici che ogni anno attirano migliaia di turisti, dal nord al sud dell’Italia. Tra balli, folklore, piatti squisiti e, ovviamente, tanto vino non si rischia certo di annoiarsi, con l’uva sempre protagonista.

Nella panoramica dei luoghi in cui verrà effettuata la vendemmia, come non citare il Piemonte e la Toscana, due delle regioni principali in fatto di produzione vinicola?

Rispetto all’anno passato la Coldiretti ha stimato che le operazioni di taglio dell’uva nella regione piemontese partiranno con circa una settimana di ritardo, ma ciò non inficerà affatto la qualità del vino. Le province di Cuneo, Asti e Alessandria, dove si trovano i vigneti di Nebbiolo, Barbera e Moscato, sono pronte ad accogliere numerosi lavoratori e famiglie impegnate nel taglio dei saporiti acini, con picco massimo del lavoro che sarà verosimilmente raggiunto nella parte finale di settembre.

Anche in Toscana la Coldiretti ha stimato una produzione inferiore rispetto alle scorse annate, ma di qualità complessivamente superiore. Uno dei vitigni più celebri e utilizzati per la produzione dei vini toscani, il Sangiovese, è ancora leggermente in ritardo di maturazione e il taglio dell’uva è previsto per gli ultimi giorni di settembre.

Il Montepulciano e il Chianti sapranno dunque soddisfare i palati più fini, dopo un buon periodo di conservazione nelle botti. Niente di meglio se si vuole gustare un buon vino e magari esportare il marchio del Made in Italy nel resto d’Europa e del mondo.

Scendendo nel Sud Italia le linee generali della vendemmia di quest’anno non cambiano: produzione inferiore (in Sicilia si parla di un 15% in meno), ma sicuramente una qualità superiore rispetto al passato.

La grande diversificazione dei vigneti siciliani rende possibile la vendemmia per tre mesi, dato che spalliere e vitigni si trovano da 0 fino a mille metri sul livello del mare. Il Marsala, il Pantelleria, lo Zibibbo dolce e tante altre etichette subiranno prima di il processo di taglio e di pigiatura delle uve, in vista di una conservazione che si preannuncia di gran pregio.

A differenza di altre regioni del Belpaese, infine, la Sardegna non dovrebbe subire cali nella produzione di vino. La Coldiretti ha infatti stimato che nel 2016 l’isola confermerà il trend positivo dell’ultimo lustro, che ha visto la produzione crescere in maniera costante. Per vivere qualche giornata di sole e gustare la dolce uva sarda, perché non scegliere di dedicarsi alle vendemmie in Sardegna?